Sostenibilità
Melograno e melagrana, dagli scarti alla produzione di integratori
NewTriPome, il progetto ENEA indaga le potenzialità
Riutilizzare gli scarti della pianta del melograno e della lavorazione della melagrana per produrre integratori alimentari è un progetto che si sposa con il principio dell’economia circolare: tutto può trasformarsi e trovare nuova vita in un altro ciclo produttivo.
Come riporta la testata innaturale.com, lo studio è firmato da ENEA (l’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) e prende il nome di NewTriPome: il progetto punta a ricavare dagli scarti di coltivazione della pianta e lavorazione del frutto biomolecole attive benefiche per la produzione di integratori ed alimenti nutraceutici.
La ricerca sarà frutto della collaborazione tra quattro laboratori del Centro Ricerche Casaccia di Roma, impegnati su temi come salute, ambiente e utilizzo di biotecnologie nel settore agroalimentare.
Come spiega Barbara Benassi, responsabile del Laboratorio ENEA di Salute e Ambiente, “I quattro laboratori ENEA collaboreranno per individuare biomolecole attive presenti negli scarti della pianta, come foglie e radici, e del frutto e, successivamente, indagheranno le loro proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e antimicrobiche in modelli sperimentali di epitelio intestinale, tessuto epatico e cellule macrofagiche, ossia quelle cellule immunitarie che nel nostro corpo svolgono il ruolo di spazzini”.
Il team di ricerca avrà a disposizione tecnologie all’avanguardia come il supercomputer CRESCO6, utile per analizzare e identificare i potenziali principi attivi da impiegare nella formulazione di prodotti nutraceutici e integratori alimentari.
La buona riuscita del progetto significherebbe saper valorizzare i sottoprodotti provenienti da attività agricole e agroindustriali che troverebbero così una nuova vita e un nuovo utilizzo.