Dal campo
Melicoltura di pianura, un futuro roseo?
Con Enrico Zignani (category mele di Aprofruit) facciamo il punto su prospettive e varietà
Ci siamo a lungo interrogati sull’andamento della melicoltura in pianura e su quali siano le prospettive del settore nel lungo periodo. Per offrirvi un quadro aggiornato della situazione, abbiamo parlato con Enrico Zignani, category mele di Apofruit, tra le più grandi cooperative italiane specializzate in questo prodotto.
Magnani - Quali sono le prospettive per la melicoltura in pianura?
Zignani - La melicoltura di pianura, così come la frutticoltura in generale, non è esente da criticità legate al forte aumento dei costi di produzione e alle condizioni metereologiche sempre più estreme. L’elevato livello di competitività impone alle aziende agricole un elevatissima specializzazione e professionalità. Dovremmo a mio avviso lavorare maggiormente come sistema per consolidare e sviluppare i progetti di condivisione anche di nuove varietà e forme di collaborazione anche trasversali fra cooperative e strutture private indispensabili per rendere riconoscibili, difendere e valorizzare le nostre produzioni ed esaltarne le caratteristiche peculiari di gusto, troppo spesso sottovalutate.
Magnani - State registrando una crescita per Pink Lady?
Zignani - Pink Lady è tra le mele club leader del mercato italiano ed europeo. Sia in termini di valore che di performance agronomiche, commerciali e di riconoscimento da parte del consumatore. Il consorzio che gestisce la varietà di cui facciamo orgogliosamente parte fin dalla nascita, ha in programma un progetto di sviluppo che dovrebbe portare ad aumentare le superfici e le produzioni in maniera importante da qui al 2030. Lo sviluppo avverrà in maniera omogenea in tutti gli areali (Spagna, Francia e Italia), per cui anche per i soci di Apofruit è previsto una crescita in superfici. Aumento quantitativo che stiamo accompagnando con un costante sviluppo tecnologico delle attrezzature in magazzino attraverso l’upgrading delle tecnologie per la selezione e la calibratura oltre che per le linee di confezionamento.
Magnani - La mela Candine funziona?
Zignani - Con Candine è in corso per noi e per i nostri partner Europei (Blue Whale in Francia, Giropoma in Spagna, Maca de Alcobaca in Portogallo) la seconda vera campagna di raccolta e commercializzazione. Il nostro reparto sperimentazione, insieme al team agronomico, sta facendo un ottimo lavoro per affinare la tecnica di coltivazione che ogni nuova varietà richiede al fine di massimizzare le performance in termini di produttività e conservazione. Al momento i risultati sono molto confortanti. Candine, grazie alla sua croccantezza e al suo gusto dolce e aromatico si sta affermando su tutti mercati. Siamo soddisfatti, anche se i recenti avvenimenti bellici in Medio oriente hanno complicato il raggiungimento di alcune destinazioni per noi strategiche creando qualche difficoltà e preoccupazione.
Magnani - Che spazio di manovra ha la Fuji?
Zignani – La varietà Fuji rappresenta un pilastro importante della melicoltura in Emilia-Romagna, anche grazie all’ottimo lavoro svolto dal Consorzio Melapiù che, attraverso l’attività di coordinamento e valorizzazione della produzione emiliano-romagnola, ci permette di rendere riconoscibile e presente questa ottima varietà sui mercati nazionali. Oggi però la forte competitività e le grandi difficoltà agronomiche della coltivazione di questa varietà, fanno sì che la richiesta dai parte dei produttori rimanga stabile.
Magnani - Visto il calo produttivo delle pere, le vostre nuove varietà di mele possono rappresentare un'alternativa percorribile come integrazione? (Partendo dal presupposto che, a livello colturale, ci sono diverse somiglianze)
Zignani - Attualmente le difficoltà che sta attraversando la pericoltura impongono un importante cambio di rotta. Si è purtroppo realizzata una triste combinazione di problematiche (gelate primaverili - parassiti e patologie ingestibili - caldi estivi estremi) che hanno minato la produttività e la sostenibilità economica di alcune fra le principali varietà tradizionali, rischiando di ridurre e a volte azzerare la propensione degli imprenditori soci a rinnovare gli impianti.
Apofruit, anche attraverso Newplant, ha in osservazione una serie interessanti varietà di pere sia tradizionali che interspecifiche, alcune delle quali rappresentano assolute novità a livello di gusto e aspetto esteriore. Sappiamo però che la sperimentazione, l’inserimento e la diffusione su scala commerciale di novità varietali richiedono tempi molto più lunghi della velocità con cui si stanno riducendo attualmente le superfici di pero in Emilia Romagna e Veneto.
A oggi abbiamo già una importante novità rappresentata dalla pera Fred, per la quale sono in corso i primi test su alcune catene della grande distribuzione con ottimi riscontri. Senza dimenticare che la nostra struttura è molto diversificata e abbiamo comunque valide alternative da proporre fin da subito ai soci che non intendono continuare a investire sul pero, tra le quali - in base alle zone ai terreni e al clima - possono essere il melo (Pink Lady- Candine – Joya) o il Kiwi (Hayward – G3 Zespri – Dulcis ).
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