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Mele: l’Iran tassa il prodotto destinato all’estero
Fino a fine campagna sarà applicato un dazio del 35% per favorire il mercato interno
La recente imposizione da parte dell'Iran di dazi sulle esportazioni di mele, in vigore dal prossimo 20 marzo per una durata di tre mesi, è destinata a intensificare le già tese dinamiche del mercato globale delle mele fresche, come riporta la testata EastFruit.
Come è noto, l'Iran si posiziona fa i primi quattro esportatori mondiali di mele, insieme a Italia, Cina e Polonia, e la sua uscita dal mercato potrebbe influenzare significativamente i prezzi delle mele, favorendo le spedizioni da tutti quei Paesi che hanno ancora mele di qualità idonea. Una sorta di effetto catena che sta destando l’interesse dei player dell’Emisfero Sud, che sono ad inizio campagna, così come i Big Europei, che sono nel pieno della campagna commerciale.
L'anno scorso i mercati principali per le mele iraniane erano stati l'Iraq, l'India, il Pakistan e gli Emirati Arabi Uniti. In particolare, le esportazioni verso il Turkmenistan e l'Uzbekistan sono state consistenti, con quest'ultimo che ha registrato un aumento di quasi 37 volte rispetto alla stagione precedente.
Secondo quanto annunciato da Ahmad Khani Nozari, viceministro dello Sviluppo commerciale presso il Ministero dello Sviluppo agricolo, il dazio sarà fissato al 35% del valore di esportazione e rimarrà attivo fino alla conclusione della stagione di raccolta delle mele. La decisione è stata presa a seguito dei prezzi elevati sul mercato interno e della potenziale scarsità di mele in Iran. D’altra parte, con i prezzi sostenuti nel mercato mondiale delle mele, nella stagione in corso l'Iran ha visto aumentare le proprie esportazioni del 30% rispetto alla campagna precedente. Nel dettaglio, da agosto 2023 a gennaio 2024, l'Iran ha spedito ben 437 mila tonnellate di mele.
L’introduzione del nuovo dazio provocherà un drastico calo dei volumi esportati, dato che le mele iraniane sono già commercializzate a prezzi concorrenziali, con produttori e grossisti che percepiscono un rendimento modesto per chilogrammo di mele vendute. In uno scenario in cui i prezzi del mercato globale dovrebbero rimanerestabili, con il nuovo dazio verranno le verranno gravate di altri 11-14 centesimi al chilogrammo, rendendo le esportazioni economicamente insostenibili o fuori mercato, eccezion fatta per quelle nella fascia di prezzo premium, dove, però, si riduce significativamente il gap con i concorrenti esteri.(gc)