Melavì chiude i battenti: 71 lavoratori a rischio

Cala il sipario sulla cooperativa simbolo della mela valtellinese

Melavì chiude i battenti: 71 lavoratori a rischio

Il colpo di scena, atteso ma ugualmente amaro, è arrivato: la cooperativa Melavì, simbolo della produzione di mele in Valtellina, ha comunicato ufficialmente la cessazione dell’attività. Una decisione che affonda le radici in una crisi gestita con difficoltà e acuita da anni di progressivo abbandono da parte dei soci conferitori. Ora, a pagare il prezzo più alto sono i 71 dipendenti – 18 a tempo indeterminato e 53 stagionali – che si ritrovano di fronte a un futuro pieno di incognite.
Dal 1° maggio è scattata la cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività per i dipendenti fissi, mentre per gli avventizi, in prevalenza operai agricoli, non è previsto alcun ammortizzatore immediato: la cassa agricola, per chi ne avrà diritto, non arriverà prima del 2026. Intanto, nessuno ha ancora ricevuto gli stipendi di marzo, mentre quelli di aprile scadono tra pochi giorni.

La tensione è palpabile. I sindacati di categoria – Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil – denunciano una situazione ormai insostenibile: «I lavoratori sono allo stremo – dichiarano Valter Rossi, Ilaria Urbarni e Donatella Canclini –. Il 15 maggio li incontreremo in assemblea e speriamo di avere notizie positive da condividere. Ma il tempo stringe».
Melavì, realtà cooperativa storica con sede a Ponte in Valtellina, aveva tentato nei mesi scorsi un faticoso percorso di salvataggio. A fine aprile, l’azienda ha sottoscritto l’atto notarile di apertura della procedura negoziale, come richiesto dal giudice del Tribunale di Sondrio. Ma l’ultima mossa, quella del concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio, ha sancito la fine.

Le cause della crisi? Una gestione deficitaria, ma anche una progressiva fuoriuscita dei soci e una drastica riduzione delle mele conferite, con conseguente perdita di volumi e ricavi. Nonostante un lieve miglioramento operativo negli ultimi tre mesi, il quadro generale è risultato insostenibile. Il colpo è durissimo anche per il territorio. Melavì non era solo un’azienda: per molti piccoli produttori valtellinesi rappresentava un presidio, una garanzia per la valorizzazione del prodotto locale. Oggi, questo punto di riferimento si è sgretolato. Il prossimo appuntamento chiave è fissato per il 21 maggio, quando si terrà a Villa di Tirano l’assemblea dei soci. Sarà, probabilmente, il momento della resa dei conti definitiva. Intanto, il mondo agricolo guarda avanti con preoccupazione. Come ha dichiarato Sandro Bambini, presidente di Coldiretti Sondrio, serve ricostruire un fronte comune attorno al Consorzio di tutela della Mela di Valtellina IGP. Perché, se Melavì cade, il rischio è che con essa vacilli anche un intero comparto. (aa)
 

Fonti: Sondriotoday.it, laprovinciaunicatv.it