Manovra 2026, il mondo agricolo chiede un salto di qualità

Sostegni confermati ma risorse limitate

Manovra 2026, il mondo agricolo chiede un salto di qualità

Nel corso delle audizioni sulla Legge di Bilancio 2026 davanti alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, il mondo agricolo ha espresso valutazioni contrastanti sulla manovra del Governo. Pur riconoscendo la coerenza con gli obiettivi di finanza pubblica e la continuità delle misure di sostegno già avviate, le organizzazioni del settore chiedono interventi più incisivi per rafforzare la competitività, l’innovazione e la sostenibilità delle imprese agricole. Tra le principali criticità evidenziate figurano il divieto di compensazione dei crediti d’imposta con i contributi previdenziali, il mancato rifinanziamento di alcune agevolazioni chiave e la carenza di risorse strutturali per favorire il ricambio generazionale. Al tempo stesso, vengono accolte positivamente le proroghe fiscali e il potenziamento di strumenti agevolativi come la “Nuova Sabatini”, ma il comparto sollecita un impegno più deciso per sostenere investimenti e redditività in una fase segnata da alti costi produttivi e incertezze economiche.

La posizione delle associazioni di categoria

Ettore Prandini, presidente Coldiretti

Coldiretti in audizione alle Commissioni bilancio: “serve una manovra che rafforzi la competitività e la modernizzazione delle imprese agricole”
Le Commissioni congiunte Bilancio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati hanno audito ieri Coldiretti nell’ambito dell’esame della Legge di Bilancio 2026 e del Bilancio pluriennale 2026–2028. Coldiretti, rappresentata da Gianfranco Calabria, Vice Capo Area Legislativa, e Gennaro Vecchione, Responsabile del Servizio Tributario, ha espresso apprezzamento per la coerenza del disegno di legge di bilancio rispetto al Documento programmatico di finanza pubblica 2025, sottolineando come la politica economica realistica e prudente del Governo abbia consentito una significativa riduzione del rapporto deficit/PIL e, in prospettiva, una diminuzione del debito pubblico a partire dal 2027.

Particolare rilievo – evidenzia Coldiretti – assume la necessità di prorogare per il 2026 il credito d’imposta ZES unica, destinato alle imprese agricole attive nella produzione primaria, nella pesca e nell’acquacoltura. Si tratta di uno strumento strategico per sostenere la crescita e la competitività dei territori del Mezzogiorno, rafforzando il ruolo dell’agricoltura come motore di sviluppo economico, occupazionale e ambientale. Sempre nell’ottica di promuovere l’innovazione, Coldiretti ha sollecitato un rafforzamento delle risorse destinate al credito d’imposta 4.0 per l’anno 2026, oggi ritenute insufficienti a sostenere un numero adeguato di investimenti, chiedendo al tempo stesso di estendere la misura anche alle attività agricole connesse, attualmente escluse.

Coldiretti ha inoltre espresso forte preoccupazione per la norma che, a partire dal 1° luglio 2026, introdurrebbe il divieto di compensare i crediti d’imposta non derivanti da dichiarazioni fiscali con i debiti previdenziali e contributivi. Una misura di questo tipo – sottolinea l’organizzazione – determinerebbe una duplice criticità: da un lato rallenterebbe il processo di modernizzazione del settore, aumentando i costi per l’acquisto di nuovi macchinari, dall’altro creerebbe tensioni finanziarie per le imprese che avevano programmato investimenti basandosi sulle risorse derivanti dalle compensazioni.

Il mantenimento del percorso di salvaguardia della spesa netta aggregata ha permesso la ricomposizione del prelievo IRPEF e il rafforzamento del fondo sanitario nazionale. Tuttavia, Coldiretti ha sottolineato l’esigenza che, nella fase di approvazione della manovra, vengano introdotte misure aggiuntive per accrescere la competitività e la modernizzazione delle imprese agricole, a complemento delle disposizioni già previste per il settore primario, come la proroga per il 2026 dell’esonero IRPEF sui redditi dominicali e agrari e l’estensione della “Carta dedicata a te”, che produce effetti positivi anche sulle imprese agroalimentari. L’organizzazione ha inoltre indicato alcune priorità per accompagnare la crescita del comparto: la stabilizzazione delle norme sul lavoro occasionale in agricoltura, il ripristino dell’esonero previdenziale per i giovani under 40 neo-insediati, e una revisione del contratto di rete per migliorarne la piena operatività. Tra le altre proposte figurano il rafforzamento degli strumenti di internazionalizzazione, il ripristino delle detrazioni IRPEF per la sistemazione del verde e alcuni chiarimenti normativi in materia di TARI e di classificazione delle imprese agricole come energivore. Nel complesso, Coldiretti valuta la manovra in un quadro organico con il disegno di legge “ColtivItalia”, fortemente voluto dal Ministro Francesco Lollobrigida, auspicandone una rapida approvazione per la rilevanza delle misure e delle risorse che mette in campo a sostegno del settore agricolo nazionale.

Tommaso Battista, presidente Copagri

Copagri: manovra, per l'agricoltura diverse luci e alcune ombre
“Dopo i positivi interventi messi in campo dal governo negli ultimi mesi a favore del Primario, a partire dagli ingenti stanziamenti previsti dal ddl Coltiva Italia, per il quale si attende a giorni l’avvio dell’iter parlamentare, ci troviamo davanti a una manovra che per l’agricoltura è caratterizzata da diverse luci e alcune ombre”. Lo ha sottolineato la Copagri intervenendo in audizione davanti alle Commissioni riunite Bilanci di Senato e Camera nell’ambito dell’esame del ddl recante il bilancio di previsione dello Stato per il 2026 e bilancio pluriennale per il triennio 2026-2028. “Se, infatti, da un lato troviamo interventi certamente condivisibili e ampiamente caldeggiati dalla Copagri, quali ad esempio le misure per restituire potere d’acquisto al ceto medio e stimolare la crescita economica e l’occupazione, dall’altro l’agricoltura paga lo scotto dell’assenza di misure strutturali delle quali possano beneficiare direttamente i produttori agricoli del Paese, stretti nella morsa tra le incertezze legate al contesto internazionale, le sempre più frequenti ricadute del cambiamento climatico e i continui rincari del costo dell’energia e dei fattori produttivi”, ha evidenziato la Confederazione.

“A pesare sul Primario, in particolare, è il mancato esonero contributivo per coltivatori diretti e imprenditori agricoli under 40, fondamentale per favorire il ricambio generazionale e rendere il settore agricolo maggiormente attrattivo, scongiurando il graduale abbandono dei campi”, ha suggerito la Copagri, secondo cui “destano più di qualche perplessità anche la mancata proroga del credito d’imposta per gli investimenti nella ZES per il settore agricolo, che rischia di creare una discrasia tra le imprese del Primario e quelle degli altri settori, e soprattutto la sospensione delle compensazioni fiscali tramite credito d’imposta con i versamenti previdenziali, assistenziali e assicurativi, intervento che va di fatto a penalizzare tutti i produttori agricoli che hanno investito in innovazione e sostenibilità”.

“Tra i diversi elementi positivi figura il rifinanziamento della misura agevolativa ‘Nuova Sabatini’, strumento che si è sempre contraddistinto quale propellente fondamentale per la competitività aziendale e che potrà contare su circa 650 milioni di euro per il 2026 e il 2027, così come l’introduzione di contributi a tasso agevolato per gli investimenti in nuovi macchinari, impianti e attrezzature”, ha osservato la Confederazione.

Analogo favore si esprime, infine, per l’ampliamento della platea delle imprese agricole riconosciute come energivore, che permetterà di contenere l’impatto dei costi energetici, e per il rinvio al 2027 dell’entrata in vigore delle imposte sui manufatti in plastica monouso, la plastic tax, e sul consumo delle bevande analcoliche, la sugar tax, misure che andrebbero definitivamente abrogate in quanto indeboliscono la competitività delle imprese italiane rispetto a quelle di altri Paesi non interessati da tale tassazione”.

Cristiano Fini, presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani

Manovra: Cia, batosta per l’agricoltura. Vanificato il credito d’imposta
“Una manovra così è una batosta per l’agricoltura, vanificando il credito d’imposta per il settore. Non c’è niente nella legge di Bilancio 2026 che aiuti davvero il comparto, a cominciare dall’art. 26 che impedisce la compensazione dei crediti di imposta con i contributi previdenziali e assistenziali, di fatto principale occasione di recupero per le imprese agricole”. A dirlo, annunciando emendamenti, è il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, in audizione al Senato, davanti alle commissioni Bilancio riunite. Dunque, non piace a Cia l’approccio di questa manovra, tradisce chiaramente un patto con gli agricoltori prima incentivati ad ammodernare, e quindi investire, ma poi lasciati senza possibilità vera di recuperare le spese. Oltretutto nella legge di Bilancio -sottolinea Cia-, è insufficiente per il comparto anche il nuovo credito d’imposta, previsto per investimenti in beni strumentali per il settore (art. 96). Nell'apprezzare gli intenti del Governo su tale misura, si sottolineano le esigue risorse finanziarie stanziate, appena oltre i 2 milioni di euro, nonché il carico burocratico e gli eccessivi adempimenti necessari alla sua attuazione.

“La nostra agricoltura è al palo. Servono interventi più concreti, strategici e di lungo periodo per aiutare un settore sotto pressione -ha aggiunto Fini-. Apprezziamo le proroghe fiscali in Manovra, quella dell’esenzione dal pagamento dell’Irpef agricola, come dall’accisa sul gasolio per le attività nei campi, ma serve più coraggio da parte delle istituzioni per dare una sferzata ai conti agricoli, sempre più segnati dagli alti costi di produzione e dall’instabilità commerciale”.  
Per questo, nel dossier di Cia compare tra le proposte: il rifinanziamento del Fondo per filiere agricole e la gestione delle crisi di mercato; la richiesta di nuovi investimenti in favore di comparti strategici, ma in estrema crisi, come il cerealicolo; la proroga, dimenticata, del rifinanziamento della Zes Agricola; oltre a sostegni adeguati contro fitopatie ed epizoozie e a nuove risorse su “Più impresa” per supportare giovani e donne del comparto. (aa)