Dalla distribuzione
Maap, nessun incremento dei canoni di concessione
Il presidente Saia: «L’applicazione dell'adeguamento Istat per il 2023 è stata sospesa»
Nelle numerose strutture mercatali italiane si discute, non con poca preoccupazione, dell’incremento dei canoni di concessione degli stand. Una questione che anima gli addetti ai lavori, soprattutto considerando che non stanno attraversando un periodo particolarmente, florido. Anche la settimana pasquale non ha aumentato le vendite e il rischio di subire l’incremento dei costi di gestione incombe sulle imprese grossiste.
Qualche settimana fa operatori delle strutture di Torino, Firenze e Pescara avevano rilasciato a IFN le loro dichiarazioni, raccontando la situazione del loro mercato di competenza (leggi qui per approfondire l’articolo). Tutti i mercati hanno subito l’adeguamento Istat: Firenze ha registrato un aumento dell’11,8%; Torino ha avuto un adeguamento dell’8% circa sul canone annuo di locazione degli stand e Pescara un aumento del 2-3% sui canoni. Ma l’andamento è simile in tutti i mercati all’ingrosso italiani anche se qualche struttura, come Padova, cerca di parare il colpo.
A IFN racconta la dinamica dell’adeguamento dei canoni di concessione Maurizio Saia, presidente del Maap. “Ad oggi al Maap non ci sono stati aumenti dei canoni, applicando solo l’aumento istat per l’anno 2022, peraltro molto contenuto (1,9%). L’applicazione istat per il 2023 è stata sospesa proprio tenendo conto di valori elevati per l’anno (quasi 9%). Ma questa tematica sarà posta in discussione alla prossima assemblea dei soci in programma a maggio”.
Anche qualche altra struttura prova a resistere o prendere tempo ma la cosa che preoccupa maggiormente gli operatori sono le vendite che, anche nei periodi in prossimità delle festività, non riescono a prendere il volo.