L'uva egiziana tra scandali e successi

Il Paese africano primo esportatore verso l'Ue nel 2023

L'uva egiziana tra scandali e successi

L’uva di provenienza egiziana riempie le cronache del settore, sia che si tratti di traguardi positivi sia quando è protagonista di veri e propri scandali. Come riporta la testata east-fruit.com, l’uva del Paese africano è tristemente nota per gli scandali riguardanti l’utilizzo illegale di varietà protette. Allo stesso tempo, però, il Paese è diventato il principale esportatore verso Unione Europea nel 2023.

Come specifica l’articolo, da gennaio a ottobre 2023, l'Egitto ha esportato nell'UE più di 70mila tonnellate di uva da tavola fresca. Questo risultato è stato superiore di oltre un terzo rispetto all’intero anno solare 2022 e ha superato del 37% la media dei cinque anni precedenti.
Il mese chiave per le esportazioni è stato giugno, quando gli operatori hanno aumentato le loro vendite del 50% rispetto all'anno precedente. Anche le esportazioni degli altri mesi chiave della stagione (maggio, luglio, agosto e settembre) si sono mantenute elevate, per quanto non impressionanti come a giugno.

L’import europeo in dettaglio 
I volumi di uva egiziana sono cresciuti in tutti i principali Paesi europei. In particolare verso i Paesi Bassi sono cresciute del 15% pari a 30mila tonnellate all'anno, verso la Germania sono aumentate del 50% pari a 21mila tonnellate. Al terzo posto si trova la Slovenia, con 4 mila tonnellate di uva importata (cinque volte in più rispetto al 2022), seguita da Polonia, Italia, Repubblica Ceca e Austria.
I paesi dell'UE sono collettivamente i maggiori importatori mondiali di uva da tavola fresca, considerato che 700-800 mila tonnellate di questo prodotto provengono ogni anno da Paesi al di fuori dell'Unione Europea.
Tra i Paesi terzi ci sono Sudafrica, Perù, Cile, Namibia, Brasile per l’emisfero meridionale (che insieme rappresentano l’80% di tutte le forniture provenienti da Paesi extra Unione Europea) e India, Egitto, Moldavia, Turchia e Marocco per l’emisfero settentrionale. Per capire il trend basta analizzare come le importazioni nei Paesi Bassi e in Germania sono cresciute in media del 20% nel 2018-2022, mentre in Paesi come Spagna, Repubblica Ceca, Romania, Austria e Irlanda i tassi di crescita vanno dal 40% al 90%.
Per quanto riguarda il calendario di produzione, l’articolo specifica come “La stagione principale dell'uva importata nell'UE inizia a novembre, quando il prodotto proveniente dal Perù entra nel mercato. A dicembre il Sudafrica si unisce al Perù e questi due paesi rimangono attivi fino a giugno. La stagione delle importazioni dall'India e dal Cile inizia rispettivamente a febbraio e marzo e dura fino a giugno”.
Ripercorrendo questo calendario, si capisce con facilità come siano ben pochi i concorrenti dell’Egitto nel mercato europeo durante la stagione delle esportazioni (principalmente giugno-luglio). Un successo a cui contribuisce anche la limitata offerta di prodotti locali in Unione Europea e la riduzione graduale delle forniture da Sud Africa, Perù, India e Cile. 

Al di là del successo…gli scandali
È dunque un grande successo quello delle produzioni egiziane di uva da tavola ma non bisogna dimenticarsi gli scandali collegati. Negli ultimi anni infatti, il settore produttivo egiziano è stato coinvolto in scandali per la coltivazione illegale.
“Per esempio – ricorda l’articolo - nel 2022, diversi acri di coltivazione illegale della varietà Early Sweet™. sono stati sradicati per ordine del tribunale del paese. Una decisione che non è bastata dato che a luglio 2023 una partita di uva egiziana della stessa varietà è stata distrutta in Italia. Infine nel settembre 2023, le autorità egiziane hanno annunciato che avrebbero rafforzato il sistema di tracciabilità”.  

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