Attualità
«Logistica, la produzione frammentata complica la gestione»
Galifi (Gali Group) evidenzia le macrotendenze
La logistica in ambito ortofrutticolo è un fattore discriminante troppo spesso sottovalutato. Un carico che arriva in ritardo al Ce.di. è spesso rimandato al mittente o è soggetto a penali salate, poiché genera una infinità di problemi, che possono anche portare alla sospensione della fornitura.
Per capire dove poter intervenire all’interno della filiera abbiamo raccolto l’opinione di Angelo Galifi (nella foto di apertura), direttore logistico e amministratore di Gali Group di Ispica, azienda impegnata nella logistica e specializzata nel mantenimento della catena del freddo, che da oltre 40 anni distribuisce i prodotti siciliani (e non solo) in Italia e in tutta Europa. “Il tema è senza dubbio complesso, soprattutto in Sicilia - che è penalizzata dall’essere un’isola - e quindi “dipendiamo” o dai traghetti o dalle navi, che partono a orari prefissati non modificabili e che in alcuni momenti dell’anno sono letteralmente presi d’assalto. A questo si aggiunge una rete stradale che di certo non ci invidia nessuno e che rallenta le operazioni di carico dai centri produttivi. Infine, proprio la produzione frammentata, in particolare nel comparto orticolo, complica ulteriormente la gestione logistica, poiché i volumi per la singola destinazione sono mediamente di 4/5 pallet e per creare massa critica idonea a una ottimale gestione delle spedizioni, siamo costretti a ritirare merce in quasi 150 punti di carico in tutta la Sicilia ”.
Ascoltando le parole del manager si evince come i margini di errore siano praticamente ridotti a zero: “Dal ricevimento dell’ordine (che la maggior parte delle volte arriva all’ultimo minuto) è una corsa a ostacoli contro il tempo per raggiungere le piattaforme del Nord Italia e dell'Europa in orario. Fra l’altro, i Ce.di hanno orari di scarico e tolleranze nei confronti dei ritardi che cambiano da una insegna all’altra. Per questo è importante affidarsi a ditte professionali con una solida esperienza per riuscire a minimizzare i rischi”.
A prima vista sembra difficile trovare il bandolo della matassa soprattutto in Italia, perché in Europa la musica cambia e non poco: “Da decenni esportiamo in Germania e Austria, due delle mete più importanti per l’ortofrutta italiana e le contestazioni per problemi legati alla logistica si contano sulle dita di una mano. Questo è possibile poiché in questi paesi, così come in altre destinazioni europee, è la Gdo in prima persona a relazionarsi con gli operatori logistici, a differenza di quanto avviene nel Belpaese. Questo approccio risolve buona parte delle criticità, in quanto gli ordini sono tarati rispetto ai reali tempi di percorrenza (che comprendono un riposo obbligatorio da parte dell’autista di 11 ore, dopo ogni 9 ore di guida) e ci si concentra nel far arrivare il prodotto alle giuste condizioni, ponendo particolare attenzione alle temperature di conservazione. In Italia, invece, il produttore spesso sottovaluta le problematiche legate al trasporto della merce prendendo accordi capestri con i gruppi distributivi e generando, così, un circolo vizioso a danno dell’intera filiera, che si trascina durante la campagna commerciale”.
Al di là delle problematiche, il manager siciliano confida che le soluzioni si possano trovare: “Fra produzione, Gdo e logistica dovrebbe instaurarsi una vera e propria partnership, oltre che un dialogo competente e costruttivo, sulla scorta di quanto accade già in Europa. Nelle realtà dove ciò avviene i risultati sono tangibili, ma siamo consci che il percorso sarà molto lungo. Nel frattempo, per migliorare ulteriormente il servizio e ottimizzare i costi, stiamo investendo nella riorganizzazione di un modello di trasporto più intermodale, utilizzando come porti di approdo non solo Salerno ma anche potenziando Civitavecchia e Genova, che ci consentiranno anche una maggiore capienza e un minore impiego di autisti, oggi sempre più introvabili”.