L’intelligenza artificiale entra in 'campo'

Il progetto AgrifoodTEF migliora classificazione e maturazione dei prodotti

L’intelligenza artificiale entra in 'campo'

L’intelligenza artificiale rappresenterà un valido aiuto in campo e, tramite droni e sensori, i produttori potranno raccogliere informazioni utili sulle necessità delle piante e sull'eventuale presenza di parassiti, malattie o altri problemi.
È il futuro immaginato dal progetto AgrifoodTEF (clicca qui per approfondire), finanziato con 60 milioni di euro dalla Fondazione Bruno Kessler insieme alla Fondazione Edmund Mach e otto nazioni europee. A riportare la notizia è il Corriere del Trentino, che specifica come il progetto preveda lo sviluppo di infrastrutture di test e sperimentazioni per favorire l’adozione di servizi e prodotti basati su Ai e robotica nel settore agroalimentare.

Il segretario generale della Fondazione Bruno Kessler Andrea Simoni (foto tratta dal sito della Fondazione)

Come ha specificato anche il segretario generale della Fondazione Bruno Kessler, Andrea Simoni, ci si è concentrati su un’intelligenza artificiale (Ai) di tipo collaborativo: “Puntiamo a supportare le persone agevolandone la vita e il lavoro. Si tratta di un’intelligenza artificiale che non va a sostituire le persone e le loro funzioni ma le aiuta a prendere decisioni, migliorandone l’efficienza”. 
Ed è proprio la capacità di trasformare la ricerca scientifica in qualcosa di concreto per cittadini, aziende e istituzioni a generare la credibilità del progetto. Come tutti i progetti di ricerca, AgrifoodTEF si collega poi ad altri programmi di innovazione, come il progetto Irritre che, grazie all’Ai, mira a ottimizzare l’uso dell’acqua in agricoltura.

Nel video qui sotto è possibile osservare un Rover FBK per la mappatura digitale dei campi di sperimentazione, che è tra gli ambiti di ricerca del progetto.

Le applicazioni in ambito agricolo
La ricerca della Fondazione va avanti da circa dieci anni in questa direzione: lasso temporale in cui sono stati sviluppati sistemi per aiutare le aziende del territorio nella raccolta dati. Grazie ad algoritmi e all’intelligenza artificiale, questi dati vengono elaborati fino a migliorare i processi di classificazione di prodotti agricoli come mele, uva e piccoli frutti. 
Sono inoltre tantissime le informazioni che si possono raccogliere tramite droni e sensori, tra cui il livello di umidità, l’entità delle gelate, il livello di maturazione e, ancora, lo stato del fogliame, per comprendere la salute delle piante e scoprire la presenza di parassiti o malattie. 
“L’applicazione dell’Intelligenza Artificiale ai dati ambientali, raccolti in modo automatico sul campo dalle macchine, assieme ai dati aziendali di processo - si legge sul sito della Fondazione - consentono lo sviluppo di soluzioni in grado di favorire efficienza e produttività, migliorando la resa e la sostenibilità delle pratiche agricole”.
In particolare, specifica la Fondazione: "Attraverso collaborazioni di lungo periodo con aziende leader nel settore, sono stati sviluppati nuovi strumenti di Data Science e Deep Learning, piattaforme IoT e dispositivi connessi, di alta qualità e a basso costo, in grado di monitorare il ciclo di vita delle colture e ottimizzarne la gestione". (am) 

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