L'innovazione varietale in Italia è ferma al palo

Nel nostro Paese attivi solo 5 programmi di breeding sulle mele

L'innovazione varietale in Italia è ferma al palo

La ricerca in ortofrutta è sempre più proiettata verso campi “fitofarmaci free”, eppure la richiesta di  privative comunitarie per ritrovati vegetali si mantiene costante da cinque anni in Europa e, addirittura, in flessione dell'8,2% nel 2022. A parte un calo del 17% nelle rinunce ai diritti registrati, nelle colture agricole e orticole in Europa non si intravede alcuna corsa ai brevetti che viceversa ci si attenderebbe.

In particolare in Italia l'innovazione varietale è al palo: dal 1995 a oggi sono state presentate 1,.898 domande, che rendono il nostro Paese quinto in una classifica dominata dall'Olanda  (25.388 istanze), come evidenzia il Sole 24 Ore. 

Per i fruttiferi  servono oltre 10 per completare il processo dall'incrocio fino all'immissione sul mercato. In un progetto di breeding l'investimento complessivo può superare i 200mila euro, se si tiene conto delle attività di marketing e di controllo. 

Se prendiamo le mele, nel mondo sono attivi oltre cento programmi di breeding sulle mele, ma in Italia solo  cinque e la maggioranza delle nuove varietà è gestita a livello mondiale attraverso la formula esclusiva dei club varietali, prova del fatto che oltre al brevetto occorra investire anche nello sviluppo commerciale e nel marketing, come conferma anche la situazione nel comparto delle ciliegie.