Dal campo

Licata e il suo melone “Sciaru”, una storia che vuole e merita l’Igp

Giovanni Chianta: “Serve la voce dei produttori nel Comitato: è il momento di costruire il futuro”

Come già anticipato, il 23 maggio, al Teatro Comunale di Licata, si è tenuto il convegno "Melone cantalupo di Licata: realtà e prospettive di sviluppo", occasione in cui è stato ufficialmente costituito il Comitato promotore per l’ottenimento dell’Indicazione Geografica Protetta (IGP) del melone di Licata.
Come spiegato da Domenico Raneri durante la diretta di IFN (Clicca qui per rivedere la diretta) dedicata all’iniziativa, il Comitato avrà il compito di redigere il disciplinare di produzione e definire le regole per garantire tracciabilità, qualità e tutela del prodotto.

A sostenere con forza il progetto anche i produttori locali, rappresentati da Giovanni Chianta, che ha sottolineato l’importanza strategica del riconoscimento: “Un riconoscimento che aggiungerebbe un plusvalore allo straordinario apprezzamento che già detiene il nostro prodotto di punta. Ci consentirebbe di distinguerci sui mercati, per cercare di bypassare la concorrenza sleale e di creare una sinergia con il nostro territorio, al fine di valorizzarlo, per portare benefici anche ad altri settori strategici della nostra economia locale”.

Chianta ha inoltre evidenziato la necessità di un coinvolgimento attivo della base produttiva: “È indispensabile che gli attori protagonisti della filiera, ovvero noi produttori agricoli, possiamo avere voce in capitolo nel nascente comitato promotore. Inizia un percorso che coinvolgerà ogni azienda agricola nel processo decisionale che ci porterà ad individuare un disciplinare per il melone cantalupo IGP di Licata”.

A Licata il melone è più di una coltura: è parte della cultura e della storia locale. Non a caso, in dialetto, viene chiamato "sciaru", ovvero “profumo”, per la fragranza che da sempre lo contraddistingue. Un nome che evoca le origini di questa produzione, fortemente radicata nel territorio e oggi pronta a rilanciarsi con un marchio che ne certifichi l’identità e il valore.