Le angurie coltivate in verticale fanno volare il grado brix

Alessandro Cinelli (Agronova): «Aumento delle rese e trattamenti ridotti del 50%»

Le angurie coltivate in verticale fanno volare il grado brix

La coltivazione delle angurie è in continua evoluzione e da qualche stagione si parla di coltivazione fuori suolo dell’anguria e della mini-anguria. Ma nell’immaginario collettivo rimangono dei frutti pesanti che, difficilmente, possono sfidare la gravità penzolando dalla pianta. Ma il progetto che la scorsa stagione ha raccontato a IFN Agronova, società di consulenza specializzata nelle più innovative e sostenibili tecniche agronomiche, ha posto le basi per sviluppare nuove tecniche di allevamento per questi frutti. 
“L’obiettivo del nostro progetto si focalizza su diversi parametri, sia qualitativi che agronomici, con lo scopo di far ottenere ai produttori angurie migliori e che permettano di abbattere i costi dei trattamenti e della manodopera - afferma Alessandro Cinelli, agrotecnico ed esperto nelle coltivazioni fuori suolo". 

E dopo un anno dalla sperimentazione arrivano le prime risposte concrete
“Il dato più importante e soddisfacente da sottolineare è la qualità delle angurie “volanti”, che hanno fatto registrare gradi brix di circa 14°. Questo risultato è determinato dalla salinità dell’acqua, con adeguate percentuali di cloro e sodio, che migliorano i parametri nutrizionali. Per quanto riguarda la resa i risultati sono sorprendenti; abbiamo sviluppato 7 file e in ciascuna messo a dimora 24 piante che hanno prodotto singolarmente 4 frutti con un peso per anguria di circa 4kg. Inoltre, durante tutto il ciclo, abbiamo fatto solo due trattamenti e ci ha permesso di abbattere i costi del 50%. Si verificano meno problemi fitosanitari perché si riesce a pilotare meglio la pianta”. 

Il grande ostacolo è l’investimento iniziale
“Tante aziende hanno visto il progetto ma ciò che frena questa tecnica è l’investimento inziale, che è più elevato rispetto il campo aperto. Ma con l’allevamento in verticale i costi sono ridotti, visto che non bisogna implementare tutte le pratiche colturali legate alla gestione del terreno, come le concimazioni di fondo e i trattamenti per il controllo delle infestanti e dei nematodi”.