Attualità
L'agricoltura italiana nella morsa del maltempo
Situazione critica in Piemonte, Lombardia e Puglia

Un’ondata di maltempo sta attraversando la nostra penisola da Nord a Sud. Ne dà notizia Coldiretti, partendo dalla situazione del fiume Po il cui livello è aumentato di due metri e mezzo in 24 ore mentre in Piemonte le esondazioni della Dora Baltea e degli altri corsi d’acqua hanno colpito migliaia di ettari seminati e costretto ad evacuare le stalle, con danni stimati per 2 milioni di euro.
Se il Po preoccupa con il livello che è salito di 2,5 metri rispetto a mercoledì (elaborazione Coldiretti su dati Aipo al Ponte della Becca), la situazione è difficile nel Torinese dove le esondazioni in corso stanno colpendo soprattutto le coltivazioni del Canavese, il Ciriacese, la Bassa Valle di Susa, la val Sangone e il Pinerolese, con circa un migliaio di ettari di coltivazioni di mais, orzo e grano andate perse.
Lo straripamento con l’arrivo della piena di Dora Baltea e Chiusella – continua Coldiretti – ha costretto all’evacuazione delle stalle a Strambino, che risulta al momento il comune più colpito assieme a Vestignè, Vische, Fiorano, Pavone e in generale tutta la piana del nodo idraulico di Ivrea. Esondato anche il Malone che non si sta limitando ad allagare i campi ma li sta erodendo portando via la terra e i semi appena sotterrati. Esondazioni anche lungo l’asta dell’Orco e i suoi affluenti come la Malesina e lungo il basso corso della Dora Riparia dove risultano sommersi i campi della piana agricola tra Caselette e Alpignano. Altri campi allagati si registrano a Caselette e Druento. Nel Pinerolese – secondo Coldiretti – esondato il Lemina che ha invaso i campi seminati a mais.
Secondo la Coldiretti piemontese si stimano oltre 2 milioni di euro solo di coltivazioni andate perse, ma tenendo conto dei costi delle risemine, del ripristino dei terreni, delle nuove lavorazioni dei campi, delle nuove fertilizzazioni e anche del ripristino della viabilità interpoderale i danni potrebbero triplicare. Ma il maltempo ha colpito anche il Pavese a Varzì, mentre in Puglia il vento forte ha causato danni ai vigneti e serre.
Serre sradicate, tendoni divelti, frutti a terra e alberi pericolanti nei centri abitati e nelle campagne. È il bilancio drammatico della violenta ondata di maltempo che da giorni si abbatte sulla Puglia, in particolare nelle province di Bari e Barletta-Andria-Trani. A lanciare l’allarme è Coldiretti Puglia, che denuncia danni ingenti alle colture e alle infrastrutture agricole, aggravati dagli effetti sempre più evidenti dei cambiamenti climatici.
I forti venti hanno colpito duramente le produzioni primaverili ed estive, compromettendo fioriture e raccolti nel momento cruciale della stagione. A farne le spese sono stati in particolare mandorli, vigneti e ortaggi, con pesanti ricadute economiche e occupazionali per l’intero comparto agroalimentare.
Ma le conseguenze del maltempo si fanno sentire anche nei contesti urbani. Secondo l’Annuario Statistico 2024, in Puglia si contano ben 1.891 interventi dei Vigili del Fuoco per mettere in sicurezza alberi a rischio caduta. Un numero in costante aumento, causato da scelte sbagliate sulle specie arboree da piantare, da una manutenzione insufficiente e da potature improvvisate, spesso affidate a personale non qualificato.
A complicare ulteriormente il quadro è la diffusione di parassiti esotici, sempre più comuni a causa delle anomalie climatiche, che indeboliscono le piante e ne aumentano il rischio di collasso.
Nel mirino anche il lento declino del patrimonio frutticolo pugliese, che negli ultimi 20 anni ha perso quasi un quarto dei suoi alberi da frutto, tra pesche, albicocche, agrumi e altre varietà. A questi si aggiungono oltre 21.000 ulivi abbattuti a causa della Xylella, con effetti devastanti non solo sulla produzione, ma anche sull’ambiente, considerando che le piante giocano un ruolo chiave nell’assorbimento di CO₂ e polveri sottili.
“È necessario un piano strutturale – conclude Coldiretti – per ripensare lo sviluppo agricolo e urbano in ottica climatica, promuovendo il verde, sostenendo pratiche agricole sostenibili e valorizzando la frutticoltura anche come strumento di tutela ambientale”.
Un appello che chiama in causa istituzioni, amministrazioni e cittadini, perché la sfida ai cambiamenti climatici inizia dalla protezione del paesaggio, sia nelle campagne che nelle città. (gc)
Fonte: Ufficio Stampa Coldiretti e Coldiretti Puglia



















