Attualità
«L'agricoltura biologica è a beneficio della collettività»
Le parole di Roberto Pintor, esperto del settore, nell'ambito del progetto It's Bio
Roberto Pinton, esperto di biologico di fama internazionale e due volte membro dell’esecutivo di IFOAM, parla del ruolo del biologico oltre la semplice produzione di alimenti. Dare valore a produzioni sostenibili, spingere i consumi, investire per un mondo più verde e favorendo una agricoltura in grado di ridurre l’impatto sul clima sono alcuni dei temi fondamentali che riguardano il futuro del nostro pianeta come emerso chiaramente nell’ultima Cop28.
“L’agricoltura biologica fornisce beni pubblici: è l’unico settore produttivo che si vede riconoscere anche ufficialmente questo ruolo: non forniamo solo grano, mele e latte: producendo con il metodo biologico tuteliamo l’ambiente e le nostre acque, il benessere animale e lo sviluppo delle zone rurali, creando occupazione pulita”.
“Stiamo perdendo la fertilità dei suoli”, sottolinea Pinton, “in metà dei suoli italiani non c’è più sostanza organica, che non si può sostituire con i fertilizzanti chimici. In parallelo le aziende agricole soffrono e continuano a chiudere, tra situazione climatica compromessa, basso reddito e costi crescenti. Siano giunti al punto di non ritorno, è improcrastinabile un radicale cambiamento nel modo di produrre alimenti”.
Comprendere il valore della produzione biologica, e dei suoi effetti su salute, ambiente e lavoro, è fondamentale, soprattutto davanti al calo negli acquisti dell’ultimo biennio che, tuttavia, in un’ottica quinquennale vede comunque un bilancio che rimane positivo, con un incremento del +28% di acquisti di ortofrutta in Italia rispetto al 2018: “Gli ultimi tre anni - commenta Pinton - sono stati funestati prima dal COVID, che ha avuto un grande impatto anche sui consumi (basta pensare ai lockdown e alla chiusura di mense e ristoranti), dalla guerra in Ucraina e ora in Medio Oriente, con lo sconquasso economico che ne è seguito, con le bollette energetiche schizzate verso l’alto e la relativa situazione di generale incertezza”.
“Secondo i dati presentati dal ministero delle politiche agricole, nel 2022, ultimo anno disponibile, il mercato è rimasto costante: le vendite nei negozi biologici specializzati e nei supermercati son aumentate meno dell’1%, l’aumento nei discount è stato superiore al 14%, mentre nei piccoli negozi tradizionali di alimentari si è registrata una contrazione del 6%. Abbiamo registrato una crescita, ma in rallentamento. In parallelo nel 2022 è aumentato del 10% il numero degli agricoltori biologici e del 3.6% quello delle imprese di trasformazione: l’Italia è prima in Europa per numero di operatori. È aumentata del 7.5% anche la superficie su cui ora non si utilizza nemmeno un grammo di sostanze chimiche di sintesi: siamo quasi arrivati a 2milioni e 200mila ettari, quasi il 17% di tutti i terreni agricoli italiani. È coltivato con metodo biologico oltre il 9% dei cereali, il 18% degli agrumi, il 42% dei legumi, il 12% della frutta, il 18% degli olivi”.
Ed è in tale contesto che si colloca It’s Bio, il progetto finanziato da Unione Europea e Aop Gruppo Vi.Va e destinato ai consumatori di Italia, Belgio e Grecia. Il progetto ha l’obiettivo di promuovere i valori della produzione di qualità europea garantiti dalla certificazione biologica, tale obiettivo è, anche, un passaggio determinante per il futuro delle persone e dell’ambiente.
Quelli documentati da Pinton sono numeri importanti che mostrano anche un aumento nella consapevolezza dei consumatori, nonostante le difficoltà come inflazione e rincari, che hanno permesso una lenta e costante crescita, grazie anche alla sempre più costante presenza dei prodotti bio in GDO e discount (pari al 64% dei volumi, fonte CSO Italy) Piccoli passi ma fondamentali per un cambiamento e il raggiungimento de gli obiettivi stabiliti dal Green Deal europeo: “Per garantire alle nuove generazioni un ambiente vivibile”, conclude Pinton, “ è necessario intervenire senza ulteriori indugi, con scelte che ormai non sono più coraggiose, ma obbligate. Servono educazione alimentare e ambientale sin dalle scuole, servono campagne corrette di comunicazione per spiegare i i benefici della produzione biologica, come il progetto IT’S BIO che i produttori hanno deciso di co-finanziare. Non si può però lasciare tutto sulle spalle dei produttori biologici: i benefici sono per la collettività (non a caso il regolamento europeo parla di “beni pubblici”) e anche il settore pubblico deve farsi carico della sempre maggior affermazione dell’agricoltura e dell’allevamento biologici”.
In apertura: Roberto Pinton, esperto di biologico di fama internazionale e due volte membro dell’esecutivo di IFOAM
Fonte: Ufficio Stampa It's Bio