La totalità delle aziende del siracusano colpite dal mal secco, limonicoltura a rischio

L’agronomo Sebastiano Ferrante: «Dal 2019 è cambiata la gravità e la diffusione della malattia»

La totalità delle aziende del siracusano colpite dal mal secco, limonicoltura a rischio

Il limone ha un nemico giurato che ne sta minacciando la coltivazione in Sicilia, soprattutto nell’areale di Siracusa. Stiamo parlando del mal secco, causato dal fungo Plenodomus tracheiphilus. Questo patogeno non è nuovo nell’areale siciliano; è presente da sempre, ma solo nelle ultime stagioni la sua minaccia per le aziende agrumicole è cresciuta a dismisura, sino a mettere alle strette un comparto intero.
Infatti, sono tanti gli esemplari di limone affetti dal mal secco che si notano tra gli agrumeti di Siracusa: foglie apicali che mostrano decolorazioni e ingiallimenti - primi sintomi che appaiono evidenti sulla pianta - soprattutto in corrispondenza delle nervature. Successivamente caduta delle foglie e il disseccamento dei rametti. 

Pianta di limone affetta da mal secco

Ma da quando si è registrata la recrudescenza del mal secco? Lo spiega a IFN l’agronomo Sebastiano Ferrante. “Dobbiamo specificare che questo patogeno da decenni è ospite nel nostro territorio, ma la scarsa presenza di inoculo faceva registrare casi facilmente gestibili. Dal febbraio 2019, mese contraddistinto da forti piogge e venti fortissimi che, oltre a provocare ferite alle piante hanno trasportato l’inoculo, si è registrato un aumento esponenziale dell’infezione. Da questa fase infettiva, la presenza del fungo è aumentata esponenzialmente, sino a diffondersi praticamente nel 100% delle aziende limonicole nell’areale siracusano. Inevitabilmente, anche la produzione di limoni è diminuita perché viene meno la fruttificazione  in tutto o in parte delle piante disseccate”. 

Sintomi iniziali nelle foglie, decolorazione in prossimità delle nervature

Le infezioni avvengono attraverso i propaguli del fungo che sfruttano le ferite della pianta causate da numerosi eventi atmosferici come vento, gelo, grandine ma anche dalle ferite provocate dalla caduta delle foglie, dalla raccolta dei frutti e dagli interventi di potatura eseguiti nel periodo delle infezioni.
“Le ferite sono l’unico accesso del fungo per realizzare le infezioni – precisa l’agronomo – e con le condizioni ideali – temperature tra 15 e 22°C e abbondante pioggia - inizia la germinazione dei propaguli del fungo le cui ife andranno ad infettare il sistema vascolare della pianta. Il periodo di maggiore suscettibilità alle infezioni di mal secco è perciò da ottobre a febbraio”. 

Colorazione rosa del legno di una pianta affetta da mal secco

Come si presenta la situazione attuale?
“Ad oggi, non si stanno realizzando nuove infezioni perché non ci sono precipitazioni rilevanti. Ma non c’è da stare tranquilli perché la presenza di inoculo è molto abbondante, dobbiamo augurarci che l’andamento climatico sia favorevole per sperare nel tempo in una riduzione della presenza dell’inoculo fungino”.

Quali sono le strategie per combattere il mal secco?
“Tutte le energie vanno indirizzate sulla riduzione dell’inoculo, perché in campagna si possono adottare solo strategie per diminuire l’esposizione della pianta all’infezione. Fondamentale estirpare le piante del tutto infette e bruciare i rami infetti. Adottare se è possibile attrezzature sterilizzate, evitare le lavorazioni del terreno nel periodo di massima criticità (ottobre-febbraio) per non creare ferite all’apparato radicale, anch’esso suscettibile agli attacchi di Mal secco. Eseguire le operazioni di potatura in primavera ma solo dopo avere rimosso le porzioni di chioma infette dal Mal secco”.

Nuovi impianti di limone sotto rete

“Abbiamo notato che l’adozione di reti antigrandine limita le infezioni da mal secco in quanto vi è una sensibile riduzione delle ferite sulle piante”.

La certificazione da vivaio può salvaguardare dal fungo?
“Ci sono molti nuovi impianti di limone in cui però tante piante purtroppo arrivano già infette dal vivaio. Ovviamente, la colpa non è sempre del vivaista dato che la malattia ha un periodo d’incubazione anche di qualche mese, e magari la pianta non mostra sintomi alla consegna. Inoltre, sconsigliamo di utilizzare in terreni infetti portinnesti molto vigorosi, come il Citrus volkameriana e il Citrus macrophylla”. Conclude l’agronomo.

Fonte foto: fornite dall'agronomo Sebastiano Ferrante (Linee guida per la lotta al mal secco, Plenodomus tracheiphilus in Sicilia)