La Pesca di Verona IGP fa rete: eccellenze unite per valorizzare il territorio

A Bussolengo il confronto tra consorzi DOP e IGP del Veronese

La Pesca di Verona IGP fa rete: eccellenze unite per valorizzare il territorio

In un Paese come l’Italia, ricco di eccellenze agroalimentari, non è la qualità a mancare, ma spesso la capacità di fare sistema. È in questa direzione che si muove l’iniziativa della Pesca di Verona IGP, che ieri ha fatto da capofila a un evento ospitato nella suggestiva cornice di Palazzo Spinola a Bussolengo.
Protagoniste, alcune delle Indicazioni Geografiche del territorio veronese, appartenenti a settori merceologici diversi – Radicchio di Verona IGP, Prosciutto Veneto DOP, consorzio di tutela vino Bardolino e Chiaretto DOC, Olio Veneto DOP e Formaggio Monte Veronese DOP – ma accomunate da una visione comune: costruire valore partendo dal territorio e dalla comunità che lo abita.

“L’obiettivo non è solo promuovere un prodotto – ha sottolineato Salvo Garipoli, Business Director di SG Marketing e moderatore dell’incontro – ma creare una rete che metta al centro la comunità. Il valore non si limita alla terra, ma si estende al senso di appartenenza, alla capacità di fare comunità”.
Un messaggio chiaro, che ha risuonato tra i produttori, gli stakeholder e i rappresentanti delle istituzioni presenti: l’alleanza tra le IG non è solo possibile, ma necessaria per affrontare le sfide future e rafforzare l’identità di un territorio.
Leonardo Odorizzi, Presidente del Consorzio della Pesca di Verona IGP, ha portato la testimonianza concreta di un rilancio che fino a pochi anni fa sembrava impossibile. “Parliamo di un prodotto, la pesca veronese, che molti davano per spacciato. E invece, ripartendo dalla qualità che il nostro territorio sa esprimere, abbiamo invertito la rotta. I produttori ci stanno seguendo: oggi siamo 18 aziende aderenti al Consorzio e abbiamo certificato 10mila quintali, mentre solo tre anni fa si parlava di pochi chili”.

Leonardo Odorizzi, presidente del Consorzio della Pesca di Verona IGP

Un risultato tangibile, che sta attirando l’interesse della distribuzione organizzata. “Sempre più catene, sia del Nord che del Sud, acquistano con soddisfazione il nostro prodotto. Ora il nostro compito è promuoverlo, raccontarne il valore e farlo conoscere al grande pubblico”.
Per Odorizzi, il rilancio della Pesca di Verona IGP è anche un segnale per tutto il comparto: “Abbiamo fermato il declino e stiamo ripartendo. Molti produttori stanno reimpiantando, stanno tornando a crederci. Parlare di eccellenza in una location d’eccellenza come Palazzo Spinola è per noi motivo di orgoglio, ma anche una grande responsabilità”.
Infine, un appello alle istituzioni: “Il loro ruolo è fondamentale per accompagnare e sostenere questi percorsi. I progetti di qualità, se costruiti con serietà, generano valore, soddisfazione e nuove prospettive. Da domani torniamo a piantare pesche: il mercato c’è, e noi ci siamo”.

Salvo Garipoli ha poi sottolineato il ruolo di primo piano che il Veneto ricopre nel panorama nazionale delle produzioni di qualità. “Oggi il Veneto dimostra una straordinaria capacità di abbracciare percorsi certificati: è la seconda regione italiana per numero di prodotti DOP e IGP, con ben 89 riconoscimenti, che rappresentano oltre il 10% del totale nazionale. Un dato che testimonia una vocazione profonda alla qualità e alla distintività”.
Un valore che si traduce anche in risultati economici concreti. “L’export ci racconta quanto queste eccellenze siano vive e in crescita: parliamo di un aumento del 35%, che conferma quanto i prodotti di qualità siano apprezzati sui mercati esteri. È un valore strategico, che si muove, che evolve, che genera sviluppo”.
Da qui la scelta, ha spiegato Garipoli, di aprire l’incontro non solo alla Pesca di Verona IGP ma anche ad altri consorzi del territorio. “Abbiamo voluto dare voce a chi, come loro, ha fatto della qualità e della valorizzazione territoriale una leva competitiva sui mercati nazionali e internazionali. Perché raccontare queste storie vuol dire rafforzare la consapevolezza che fare rete è possibile, e soprattutto necessario”.

Melissa Tsvetkova, responsabile commerciale di OP Geofur

Melissa Tsvetkova, responsabile commerciale di OP Geofur, ha invece acceso i riflettori sull’importanza della promozione, non solo sul mercato italiano ma soprattutto all’estero.
“Il Radicchio di Verona IGP è un vero gioiello: un prodotto buono, croccante, estremamente versatile, che può essere usato dall’antipasto fino al dolce. Sta ottenendo sempre più riconoscimenti all’estero, dove il suo valore è apprezzato ben oltre i confini del Veneto. Il Consorzio sta facendo un grande lavoro per promuoverlo, non solo in Italia ma anche fuori. In questo momento, ad esempio, siamo presenti con una attività promozionale in Austria”.
Ma la promozione non si limita al prodotto. “Quando vendiamo un cespo di radicchio – ha aggiunto Tsvetkova – non vendiamo solo un ortaggio, ma raccontiamo un territorio, una storia. Il consumatore compie così una scelta consapevole: acquista gusto, sostenibilità e al tempo stesso sostiene le nostre aziende agricole. In fondo, porta a casa un pezzo autentico della nostra identità”.
Durante gli interventi dei rappresentanti dei consorzi non appartenenti al settore ortofrutticolo, è emersa con forza una riflessione condivisa: al di là delle difficoltà che l’agricoltura oggi affronta – un tema trasversale a tutte le filiere – esistono numerosi punti di contatto che raccontano il vero significato dell’eccellenza territoriale.

A fare la differenza, è stato sottolineato, è la capacità di “saper fare” con competenza e passione all’interno di un contesto che, se valorizzato, può generare autentico valore. “Ci sono persone disposte a riconoscere e premiare la qualità – è stato ribadito – ed è fondamentale saper raccontare la differenza tra un prodotto d’eccellenza e uno che non lo è”.
I prodotti certificati, infatti, godono di uno zoccolo duro di consumatori fedeli, che scelgono con consapevolezza e che, attraverso i loro acquisti, contribuiscono a mantenere viva una tradizione produttiva e culturale. Fare qualità, dunque, paga: consente di difendere il valore sul mercato e di costruire relazioni solide con i consumatori.
Tuttavia, è altrettanto chiaro che, oltre alla dimensione tecnica e alla forza della tradizione, serve uno slancio in avanti: un’attività propulsiva che sappia generare sviluppo. In questo, il concetto di comunità torna centrale: costruire una rete di valori condivisi, impegnarsi per trasmettere una percezione autentica del prodotto e del territorio, diventa l’elemento chiave per dare continuità e futuro a queste eccellenze.

A sostenere questo percorso di valorizzazione non possono che essere anche alcuni attori chiave del territorio, veri e propri “alleati” delle eccellenze agroalimentari. Tra questi, il Mercato ortofrutticolo di Verona, che rappresenta un canale commerciale strategico capace di dare visibilità e sbocchi sia a livello nazionale che internazionale ai prodotti certificati locali.
Un altro pilastro fondamentale è rappresentato dagli istituti di credito del territorio, che – è stato evidenziato – possono e devono giocare un ruolo attivo nel sostenere le imprese agricole, facilitando gli investimenti e favorendo la crescita di progettualità legate alla qualità e alla sostenibilità.

Non è mancata, inoltre, una proposta interessante da parte del Poligrafico e Zecca dello Stato, che ha suggerito l’impiego di strumenti avanzati per garantire la massima tracciabilità e trasparenza delle certificazioni, rafforzando così la fiducia del consumatore e tutelando il valore delle denominazioni.
Una serata densa di spunti, riflessioni e sinergie, che si è conclusa nel segno del gusto, con una cena celebrativa interamente dedicata alle DOP e IGP protagoniste dell’evento. A firmarla, lo chef Umberto Scappini del ristorante Scapin, che ha saputo esaltare con maestria e creatività le eccellenze del territorio, chiudendo simbolicamente il cerchio tra parole e sapori. (bf)