Attualità
La marcia dei trattori: la protesta scuote lo Stivale
Dal Veneto alla Sicilia: «Se muore il contadino, muore il Paese»
Per qualche settimana gli agricoltori italiani sono rimasti a guardare quello che stava succedendo nel resto d’Europa, ma la protesta nata in Germania (clicca qui per approfondire) è arrivata anche in Italia. Già dalla giornata di domenica si percepiva fermento ed era evidente che ieri - come anticipato - ci sarebbe stato il clou delle proteste.
Lavoratori ed imprenditori del settore primario hanno fatto sentire la loro voce su diverse questioni che hanno fatto divampare le proteste: dalle politiche agricole dell'Europa, alle scelte del Governo, fino alle importazioni incontrollate e, per finire, l'atteggiamento del sindacato.
Queste, alcune delle ragioni che hanno spinto il Comitato degli Agricoltori Traditi (C.R.A.) a sollecitare gli agricoltori italiani a una protesta collettiva. E così è stato, sit-in in tutta Italia e cortei di trattori che hanno invaso piazze e strade.
Tra i diversi sit-in quello più significativo si è svolto nella città di Bologna: centinaia di trattori hanno sfilato per le strade e si sono diretti in piazza della Costituzione, sede del palazzo della Regione, dove si sono aggregati due cortei provenienti da Modena e Ferrara.
La protesta nasce – come spiega a Il Resto Del Carlino Danilo Calvani, coordinatore del Cra (Comitati riuniti agricoli), "per far sopravvivere il mondo agricolo. Un movimento civile, nel rispetto della Costituzione, che sta coinvolgendo migliaia di persone e famiglie in tutto il Paese, creato per salvare le tante aziende agricole ormai allo stremo a causa dell'operato inefficiente della politica”.
“Non ne faccio una questione di partito – specifica – è un fatto di competenze nel saper risolvere i problemi dell'agricoltura”.
Come dichiarato dal Cra (Comitati riuniti agricoli) le proteste dovrebbero continuare anche nelle prossime giornate.
Ha collaborato Fabrizio Pattuelli