Dal campo
La formula "magica" delle mele biologiche della Val Venosta
Un mix di microclima, expertise e controlli costanti
Sole, poca pioggia e forte escursione termica rendono la Val Venosta un territorio naturalmente vocato ad una produzione di mele di eccellenza. E dove non arriva Madre Natura, l'esperienza e le capacità tecnico-produttive dei soci della Cooperativa VIP assicurano, stagione dopo stagione, un raccolto all’altezza delle aspettative, in particolare se si parla di biologico.
È successo anche nel 2023, quando un’estate eccezionalmente calda, con temperature al di sopra della media di circa 3 gradi da agosto a ottobre, ha messo in pericolo la qualità organolettica dell’intera produzione.
Un rischio sventato, conferma Christian Gamper, responsabile Qualità VIP per il prodotto biologico, grazie al lavoro dei produttori, che “hanno saputo valutare il momento giusto per lo stacco, mediando tra la necessità di una buona colorazione, che si ottiene solo dopo un certo periodo di alternanza caldo-freddo tra giorno e notte, e la maturazione del frutto sull’albero, quest’anno anticipata dalle temperature medie elevate”. Un vero successo, confermato anche in questa prima fase della stagione commerciale.
Analizzando la qualità e la quantità del raccolto 2023 sono evidenti qualche danno da grandine o da gelo, oltre a qualche problema in fase di maturazione e nei processi successivi. In particolare, si tratta di criticità legate all'infestazione di afide lanigero, alla presenza di funghi epifiti (fumaggine) e di rugginosità, soprattutto per le varietà Golden Delicious e Scilate Envy®.
Valutando invece la produzione in termini di residui, grazie al sistema di controllo di VIP è possibile il monitoraggio costante, grazie ad una attenta campionatura delle mele, e la gestione delle file di bordo sotto forma di analisi dei rischi, così da garantire il rispetto degli standard bio, oltre a quello delle colture integrate, anche in situazioni di possibile deriva di fitosanitari.
“La questione del campionamento - spiega Gamper - è vissuta molto seriamente in Valle: solo quest’anno sono stati effettuati centinaia di analisi di controllo dei residui su mele certificate bio. Il risultato in tutti i casi è stato favorevole.”
“Contro la deriva - assicura Gamper - il monitoraggio a campione dei filari di confine avviene in maniera molto attenta. Alcune volte, le mele degli alberi interessati vengono addirittura vendute come da produzione integrata, altre invece si procede a trattare a bio anche i primi filari del meleto confinante, così da allargare la “zona free from". Un'ulteriore misura per proteggersi contro la deriva, infine, è l’innalzamento di una siepe tra un meleto e l’altro”.
Dunque, per chi si stesse chiedendo la validità di tali procedure Gamper assicura: “Possiamo affermare con ragionevole certezza che è possibile la produzione del bio senza residui vicino a un frutteto convenzionale”.
Territorio vocato, tradizione produttiva ed attenti controlli, ma non finisce qui. Per mantenere la posizione di leadership nel bio, l’Associazione delle cooperative ortofrutticole della Val Venosta investe da sempre in ricerca e innovazione. A tal proposito è stato di recente introdotto un nuovo macchinario per migliorare il lavaggio del prodotto, contribuendo al raggiungimento di uno dei principali obiettivi di VIP di vendere prodotti di alta qualità.
Inoltre, per determinare il livello di amido presente nella polpa, utile a stabilire il grado di maturazione della mela in campo, il reparto Qualità ha avviato un progetto in collaborazione con una startup locale, che lavora e usa l’intelligenza artificiale (IA).
Infine, a conferma del reale interesse per la sostenibilità ambientale, entro la fine del 2024 il 95% dei soci produttori di bio certificati Bioland verrà valutato per ricevere la certificazione Bioland Biodiversity, una nuova attestazione - unica nel suo genere - legata alla tutela della biodiversità. (gc)
Fonte: Ufficio Stampa Vip