Attualità
La coltivazione idroponica supera ogni confine
Messe a dimora oltre 400 piante di orticole in Antartide
“È possibile produrre verdura in Antartide?”. La risposta è oggi affermativa visto che sono state di recente installate 400 piante in moduli di produzione idroponica nel continente bianco, grazie al progetto sviluppato dal ricercatore e agronomo argentino Jorge Birgi - esperto si coltivazioni agricole in zone aride e semiaride – che ha realizzato un sistema in 3D con controllo da remoto per la produzione di orticole ma con potenziale anche per la frutta.
a Dopo 8 anni di analisi, studi e indagini nel continente antartico, il ricercatore argentino ha realizzato un sistema di produzione che non utilizza la terra, ma che si avvale di un substrato liquido, che permette di coltivare piante in luoghi in cui la qualità del suolo, dell’acqua o le condizioni climatiche sono avverse, come in Antartide.
Grazie al sistema di coltivazione idroponica per interni installato nella penisola antartica a Sud di Capo Horn, nelle basi di Marambio e Esperanza, ad oggi, si coltivano bietola, prezzemolo, rucola e due varietà di lattuga, una verde e una viola. Ma non solo, nel breve periodo, si prevede la produzione di basilico viola e basilico verde, spinaci e ravanelli.
Inoltre, il sistema è in grado potenzialmente di produrre tutti i tipi di frutta e verdura, tra cui fragole e pomodori, con opportuni approfondimenti.
Con il sistema di controllo da remoto è possibile monitorare le colture e vedere lo sviluppo vegetativo. Già oggi i primi test mostrano che si ottengono verdure con una migliore consistenza e con maggiore omogeneità nella crescita rispetto alle nostre latitudini.
L’obiettivo del progetto è migliorare l’alimentazione del personale civile e militare che vive nelle basi argentine in Antartide mediante la produzione di ortofrutta fresca, con metodo idroponico. Mentre si lavora allo sviluppo del progetto si festeggiano i primi risultati: il sabato è diventato il giorno della pizza, con pomodoro, mozzarella e rucola fresche.
In apertura, una foto della base di Marambio. Fonte: Wikipedia CC BY 2.5, commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=985898