Dal campo
La clementina calabrese punta in alto: qualità, aggregazione e visione
Dal Festival 2025 un messaggio chiaro: unire produttori e istituzioni per conquistare i mercati

Clementina Festival 2025 ha fatto il punto, forse come mai prima, sulla realtà e le prospettive di un frutto che per la Calabria rappresenta un prodotto identitario e che per Corigliano-Rossano, il Comune che ha voluto e ospitato l’evento, così come per tutta la Piana di Sibari, costituisce il principale motore economico del territorio. Non solo. Clementina Festival ha avuto concreti effetti immediati e a breve termine sulla promozione e sulla commercializzazione con 160 incontri business che hanno visto come protagonisti da una parte buyer provenienti da Polonia (Paese focus di questa edizione) e dai Paesi Baltici, e dall’altra aziende calabresi, e con oltre un centinaio di notizie e articoli apparsi su siti di informazione e riviste non solo in Italia.
Le sfide per la clementina calabrese, che rappresenta i due terzi della produzione italiana, sono presto dette: concentrare e accrescere la produzione facendo squadra all’interno della filiera (lo spazio c’è, lo dimostra il fatto che in Italia e in Europa le importazioni di clementine superano le esportazioni); allungare il calendario di produzione attraverso varietà tardive per evitare l’eccessiva concentrazione tra ottobre e novembre che ha effetti commerciali negativi; rafforzare la comunicazione in Italia e all’estero valorizzando la clementina come prodotto premium legato all’IGP.
Sfide che poggiano su un presupposto: la clementina calabrese, per le caratteristiche stesse del territorio e del clima, ha una marcia in più rispetto alla concorrenza spagnola a livello qualitativo, una qualità che va tuttavia sorretta con un’organizzazione e una logistica più performanti.
Gli interventi che si sono susseguiti nel convegno di sabato 25 ottobre, giorno di chiusura del festival, nel Castello Ducale di Corigliano, si sono mossi tutti nella stessa direzione dando l’impressione di una straordinaria condivisione che andrà verificata alla prova dei fatti.
L'assessore all’Agricoltura della Regione Calabria Gianluca Gallo ha sottolineato la necessità di superare la frammentazione produttiva e di pianificare strategicamente il futuro con il supporto di un Piano Agrumicolo Regionale legato ai fondi europei. Occorre - ha sottolineato l’assessore Gianluca Gallo - favorire la diversificazione varietale e un periodo di raccolta più ampio; fare squadra all'interno della filiera attraverso il Consorzio di Tutela della Clementina di Calabria IGP, che ha il sostegno e il pieno appoggio della Regione; rafforzare il legame tra prodotto e turismo, trasformando i visitatori in ambasciatori della clementina, costruendo un futuro in cui la clementina sia uno dei simboli della Calabria nel mondo.

Per Francesco Madeo, assessore all'Agricoltura di Corigliano-Rossano, operativo sul progetto Clementina Festival insieme all’assessore al Turismo Costantino Argentino, solo attraverso l’unità di intenti e una forte azione condivisa sarà possibile dare un impulso sostanziale allo sviluppo della clementina calabrese in termini produttivi e commerciali. Anche Madeo ha sottolineato la centralità del Consorzio IGP in questo percorso.
Sono intervenute, insieme a tante altre aziende, due realtà di punta a livello produttivo e commerciale.
Natalino Gallo, presidente di OP Agricor, ha evidenziato l’importanza di coprire con nuove varietà un periodo commerciale che vada da ottobre fino a marzo inoltrato, in linea con le mutate dinamiche di consumo, e la necessità di valorizzare la clementina calabrese come prodotto premium dalle qualità organolettiche e salutistiche uniche, un prodotto legato all’IGP e che va presentato in maniera unitaria sui mercati. Ma attenzione - ha avvertito Natalino Gallo - alla concorrenza sleale, ai prodotti che arrivano dal Sudafrica e da altre origini che contengono sostanze chimiche nocive alla salute da anni vietate in Italia.
Gallo ha affermato che proprio in Calabria sono state recentemente analizzate polpa e bucce di agrumi sudafricani importati e le analisi hanno confermato la presenza di più di una sostanza rigorosamente vietata. Le autorità preposte, a cominciare da Bruxelles, devono intervenire, a tutela dei produttori calabresi da anni impegnati a produrre clementine salutari che permettono di utilizzare anche la buccia a scopo alimentare.
Nicola Cilento, presidente della OP COAB, ha riconosciuto i passi avanti compiuti con la creazione dell'IGP Clementina di Calabria. Tuttavia, va avviata un'azione più incisiva, "perché non basta appellarsi alla tradizione o vantare una qualità superiore, se non si è in grado di comunicarla e di difenderla sui mercati". L'IGP, secondo Cilento, è uno strumento fondamentale, ma deve essere accompagnato da una comunicazione forte e condivisa, che riporti al centro il valore unico della clementina che ha il suo cuore pulsante a Corigliano. "La sfida - ha detto Cilento - è quella di rilanciare un'immagine chiara e coesa, capace di far percepire al consumatore, in Italia e all'estero, che produciamo un frutto che non ha eguali per gusto, profumo e dolcezza”.
Per Maria Grazia Minisci, imprenditrice membro del consiglio di amministrazione del Consorzio della Clementina di Calabria IGP, bisogna guardare al mercato europeo e globale con strumenti più strutturati, investendo in ricerca, tecnologie e comunicazione. Se la Piana di Sibari resta il cuore pulsante della produzione, tutto il territorio calabrese, unito sotto l'ombrello dell’IGP, deve essere in grado di garantire qualità uniforme e riconoscibile affinché sia possibile ottenere un impatto maggiore sul mercato.
Per Gabriele Nicotra, direttore generale di Decò Italia, l’IGP deve costituire un brand autentico, garantito da controlli scrupolosi, assicurando una promessa di eccellenza senza compromessi perché "l'unica promozione che conta è l’esperienza diretta del sapore”.
Macfrut, tramite l’executive manager Luigi Bianchi, ha testimoniato con la sua presenza la vicinanza a Clementina Festival, foriera di una più stretta collaborazione per l’edizione 2026.
L’analista di ISMEA Mario Schiano Lomoriello, precedendo tutti gli interventi, ha presentato un’ampia rassegna di dati. La Calabria determina la competitività dell'intera offerta italiana. La Regione produce i 2/3 della produzione nazionale. Negli ultimi 5 anni, la produzione calabrese si è assestata su circa 450mila tonnellate. La regione detiene inoltre quasi il 60% della superficie biologica italiana di piccoli agrumi, con circa 5.600 ettari sui 10 mila totali a livello nazionale. Una provocazione lanciata da Schiano: l’Italia delle clementine dovrebbe guardare al modello logistico olandese e tedesco per superare i limiti della propria stagionalità e per trasformarsi da mero produttore a gestore di flussi di prodotto su scala europea.
“Non possiamo parlare che di bilancio positivo per questo nostro evento che ha coinvolto aziende e specialisti della clementina ma anche la nostra cittadinanza che conosce l’importanza, non solo economica, di questo frutto per il nostro territorio e che ha potuto partecipare alla festa che ha concluso Clementina Festival 2025”, dichiara il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, che ha ringraziato gli assessorati all'agricoltura e al turismo del Comune operativi sul progetto.
Clementina Festival ha ricevuto la collaborazione delle Organizzazioni dei produttori del territorio, del Consorzio della Clementina di Calabria IGP e il supporto, in particolare per le relazioni nazionali ed estere, dell'agenzia specializzata Omnibus. L'evento ha ricevuto il contributo della Regione Calabria attraverso l'ARSAC (Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese), e il sostegno dello stesso Consorzio della Clementina di Calabria IGP, dell'azienda di tecnologie Sorma Group e del Gruppo Caratozzolo, che ha presentato un imballaggio brandizzato “Clementina Festival". (lg)
Fonte: Ufficio Stampa Omnibus Comunicazione




