«Kiwi, solo una visione a lungo termine fa la differenza»

Con Marco Rivoira approfondiamo gli asset distintivi del progetto Kikoka’

«Kiwi, solo una visione a lungo termine fa la differenza»

Varietà resilienti, caratteristiche organolettiche distintive e progetti commerciali ambiziosi non bastano per realizzare un prodotto di successo. Ciò che può rendere un progetto vincente è la visione a lungo termine, come sostiene Marco Rivoira, ceo dell’omonima azienda piemontese, specializzata nella produzione di kiwi e mele. Ed è proprio grazie a questa visione se il progetto sul kiwi giallo Kikoka’ (che avevamo già annunciato ad inizio mese, clicca qui per approfondire) si sta rilevando vincente. Durante Fruit Attraction abbiamo intervistato Rivoira, che ci ha fornito una panoramica sui trend dell’actinidia.

“Quello di Kikoka’ è un progetto multivarietale, le cui radici partono nel 2008, dopo anni di test in cui sono state piantate tantissime cultivar diverse, spiega Rivoira a IFN. Nel corso degli anni abbiamo selezionato alcune varietà e ad oggi ne sono risultate vincenti due: il precoce 076 e il tardivo 022. Poi ovviamente ne abbiamo altre nel cassetto che stiamo ancora studiando”.

E aggiunge: “La varietà più precoce iniziamo a raccoglierla nell'emisfero nord dal 15/20 settembre e può contare su una conservabilità di 3-4 mesi, quindi arriva fino a Natale”.
Parte invece intorno a metà ottobre la raccolta del tardivo 022. “Questo kiwi ha una shelf life pazzesca e si conserva fino a 150 giorni, Per esempio,  l'anno scorso abbiamo fatto test di maturazione e commercializzazione con alcune catene italiane e tedesche e lo abbiamo commercializzato fino a marzo-aprile. Il nostro obiettivo è quello di essere sempre più attrattivi nei confronti dei supermercati e lasciare i kiwi a scaffale per più tempo possibile”.

Le due varietà sono invece molto simili per gusto e aspetto, considerato che riportano caratteristiche organolettiche praticamente identiche. “Solo un occhio davvero esperto può individuare le caratteristiche estetiche diverse: la buccia del precoce è più liscia mentre il tardivo appare più rustico”, sottolinea Rivoira.

Obiettivi di investimento e organizzazione commerciale
In termini di superfici, per il kiwi giallo Rivoira ha licenziato 1.500 ettari in Europa, suddivisi tra Italia (che rappresenta il core business), Grecia, Francia e Spagna. “Abbiamo un gruppo di sublicenziatari che si occuperà di produzione e confezionamento dei frutti – spiega il Ceo - mentre la commercializzazione e il marketing dipenderanno da un consorzio creato ad hoc”.

I volumi tenderanno ad aumentare nei prossimi anni, considerato che tutti gli impianti entreranno in produzione. “Gli obiettivi del mercato sono di valorizzare il frutto in primis in Europa, dove c’è un ritmo di richiesta del kiwi giallo molto alto, che sicuramente supera l’offerta attuale”, commenta Rivoira. Che aggiunge: “Noi ovviamente manteniamo l’occhio vigile per capire cosa succede nel mondo e sappiamo bene che per il breve periodo sarà Zespri a mantenere la leadership di mercato. Il nostro obiettivo per il lungo termine è commercializzare kiwi su 12 mesi e per questo siamo in collegamento con l’emisfero sud, dove siamo già in contatto con aziende cilene, sudafricane e australiane”. 

Progettualità a lungo termine, il segreto per il successo
“Stiamo investendo molto sul kiwi giallo ma si tratta di un prodotto con una robusta progettualità alle spalle, che è il vero segreto di qualsiasi progetto”, dice Rivoira. E specifica: “Negli anni passati in molti hanno provato ad innovare ma non basta creare un nuovo prodotto perché le cose vanno fatte in maniera programmatica: dev’esserci la volontà di creare una professionalità e di seguire un prodotto dal campo fino alla vendita, per assicurare al consumatore standard qualitativi elevati e soprattutto costanti”. E continua: “Noi non arriviamo oggi con un prodotto nuovo, perché è dal 2008 che è in fase di sperimentazione e test. Il nostro kiwi è resiliente per Psa e tante altre disease, oltre a caratterizzarsi per un’ottima produttività: 40/45 tonnellate per ettaro”. 

Il fruppo continua però a puntare anche sul kiwi verde: “Non sarà soppiantato dal giallo per quanto ci sia già stata un’evoluzione", illustra il Ceo.  "Per esempio, la Grecia è cresciuta tantissimo mentre in Italia la produzione è calata del 60% in circa otto anni (periodo 2015-2023) a causa di problematiche a livello agronomico, come batteriosi e moria”.
"Sul kiwi rosso l’azienda sta portando avanti un progetto in collaborazione con Rk Growers: “È un altro articolo estremamente importante e diversi operatori hanno tentato prove ma non si è ancora creata una nicchia che si sia consolidata negli anni”, chiosa Rivoira, che conclude con un commento sul packaging: “Già prima del Covid era diffusa la tendenza al confezionato e ora lo è ancora di più. Credo che per il futuro sarà necessaria la doppia referenza: studieremo un prodotto plastic-free totalmente confezionato in cartone per le catene della Grande distribuzione organizzata mentre lo sfuso lo utilizzeremo per la vendita sui mercati e Oltremare”.

Ha collaborato Alessandro Iasevoli