Kiwi, parte la nuova stagione tra prezzi in rialzo e mercati in fermento

Marco De Nadai: “Scarsità di prodotto dall’emisfero sud e costi in aumento trainano le quotazioni”

Kiwi, parte la nuova stagione tra prezzi in rialzo e mercati in fermento

La nuova stagione del kiwi si apre all’insegna del dinamismo, con raccolti anticipati e richieste di prezzo in campagna già piuttosto sostenute. A raccontare il quadro è Marco De Nadai, operatore specializzato nell’export: «Alcune aziende hanno già avviato i primi stacchi delle varietà precoci, destinate soprattutto ai mercati oltremare, dove c’è tempo per completare la maturazione. Sul mercato nazionale, invece, è opportuno attendere che i frutti raggiungano i corretti parametri qualitativi. La spinta viene dal fatto che gli stock dell’emisfero nord sono ormai esauriti, con una domanda molto elevata per il nuovo prodotto».

Italia: produzione sotto pressione ma export stabile
Guardando all’Italia, De Nadai ricorda che il Paese produce attorno alle 400mila tonnellate l’anno, con stime nel medio periodo che difficilmente incrementeranno a causa di malattie, carenza idrica/eccessi termici e concorrenza internazionale. «Un mix che ha ridotto le superfici coltivate e abbassato le rese», osserva.
Nonostante ciò, il kiwi italiano continua a godere di forte reputazione all’estero: oltre metà della produzione è destinata ai mercati internazionali, con un export 2024 stabile in valore, seppur a fronte di volumi minori. In particolare, le varietà più recenti – giallo, rosso e il biologico – restano molto richieste e spuntano quotazioni elevate.
«Le quantità complessive di quest’anno sono simili a quelle della passata stagione – aggiunge De Nadai – ma con rese inferiori al Sud Italia per la carenza di ore di freddo. Al tempo stesso, la qualità media appare migliore, sia a livello di parametri interni che di aspetto. Il kiwi giallo presenta performance variabili a seconda della varietà, mentre per il rosso si registra un incremento di volumi grazie a nuovi impianti entrati a regime».

Grecia: crescita costante e ruolo strategico
Sul fronte greco, il manager sottolinea come il Paese sia ormai protagonista del comparto: tra il 2010 e il 2022 la produzione ha registrato una crescita media annua superiore all’11%, e le stime 2023-2027 si avvicinano a 400 mila tons, con un export che già supera il 57% del totale.
«La Grecia – spiega De Nadai – beneficia di una stagionalità favorevole, arrivando sui mercati prima dell’Italia. Le regioni trainanti sono Macedonia Centrale e Tessaglia, dove l’adozione di tecniche moderne ha aumentato le rese. Inoltre, la diffusione di certificazioni come BIO e GlobalGAP rende il kiwi greco molto apprezzato soprattutto nel Nord Europa. Il coordinamento attraverso consorzi e cooperative ha rafforzato la capacità contrattuale e logistica, consentendo al Paese di puntare a un ruolo di primo piano a livello globale».
Quest’anno i volumi per ettaro risultano buoni e la qualità superiore rispetto al 2024, grazie a condizioni climatiche più favorevoli. Alcune aree hanno sofferto il freddo pre-impollinazione, ma l’impatto è stato compensato dai nuovi impianti che continuano a entrare in produzione.

Il rischio della raccolta precoce
Non mancano però le criticità. «La forte domanda di kiwi verde ha spinto alcuni operatori greci ad anticipare troppo i raccolti – avverte De Nadai –. Una raccolta sotto i 6,2° Brix compromette la dolcezza e rischia di danneggiare la reputazione del prodotto e sotto i 5,5° Brix i frutti sono del tutto inadatti al consumo».
“Attualmente, c’è già qualche produttore greco che raccoglie Hayward che ovviamente non supera 4–5° Brix e raggiungeranno la maturazione ideale solo dopo metà ottobre. Anche Tsechelidis e le varietà precoci Greenlight e Summerkiwi necessitano ancora di un po’ di tempo per superare la soglia minima di sicurezza”.

Prezzi in rialzo, prudenza negli scambi
In Italia come in Grecia, i primi prezzi in campagna risultano circa il 10% superiori rispetto alla passata stagione, complice, come già spiegato, la scarsità di prodotto dall’emisfero sud, la chiusura dei mercati a valori record, l’aumento dei costi e la variabilità delle rese.
“Gli operatori strutturati, al di là degli speculatori che anticipano le raccolte, restano prudenti – conclude De Nadai – monitorando domanda e disponibilità. La Grecia si sta confermando leader europeo nel kiwi verde, mentre l’Italia mantiene il primato su giallo e rosso, per qualità e volumi”. (bf)