Inghilterra: una nuova tabella di marcia per fronteggiare la carenza di frutta e verdura

Il 49% degli agricoltori teme di dover chiudere i battenti

Inghilterra: una nuova tabella di marcia per fronteggiare la carenza di frutta e verdura

Oggigiorno, frutta e verdura sono sempre più alla base di una dieta sana e sostenibile. Tuttavia, il sistema agricolo inglese sta affrontando sfide senza precedenti: dall'aumento dei costi di produzione alla limitata disponibilità di manodopera, dalle condizioni meteorologiche imprevedibili ai bassi margini di profitto. Fattori che hanno reso il comparto estremamente vulnerabile, spingendo molti coltivatori oltre il punto di rottura: il 49% di essi teme di dover chiudere i battenti entro i prossimi 12 mesi, come evidenziato dalla campagna Get Fair About Farming di Riverford. Inoltre, se il 55% della verdura consumata nel Regno Unito viene prodotta internamente, questo riguarda solo il 17% della frutta. Sono i dati che emergono dal rapporto “Home-grown: A roadmap to resilient fruit and vegetable production in England” in collaborazione con Soil Association, Sustain e The Wildlife Trusts. Il rapporto (clicca qui per approfondire), chiede di dare urgentemente priorità ai sistemi agricoli locali, meglio se agro-ecologici, come quelli biologici, da sviluppare in tutto il Paese abbandonando - dove possibile - lo sviluppo delle colture sulle torbiere. Per guidare questo cambiamento, in Inghilterra, sono staati delineati dal rapporto sette passi, di cui ve ne proponiamo alcuni dei più salienti.

Sviluppare un approccio interdipartimentale alla politica orticola
Il rapporto ha rilevato che il tasso di autosufficienza alimentare generale del Regno Unito si attesta al 75%, ma per la frutta fresca la percentuale scende al 17%, rendendo il Paese dipendente dalle importazioni. Parallelamente, la salute pubblica si trova in uno stato disastroso. Sostenere la produzione interna e favorire il consumo di frutta e verdura fra i cittadini diviene quindi di vitale importanza. In particolare, il rapporto esorta il governo a:
- sviluppare una strategia globale e trasversale per l'orticoltura;
- assicurare che l'orticoltura sia adeguatamente sostenuta attraverso analisi e studi;
- lanciare una campagna pubblica di sensibilizzazione per un maggior consumo di frutta e verdura.

Decentrare la produzione e accogliere un’agricoltura ecologica in tutto il Paese
A meno che gli agricoltori non si impegnino in una transizione su larga scala verso le energie rinnovabili, è improbabile che l'agricoltura verticale e le serre riscaldate - entrambe ad alta intensità energetica - possano fornire soluzioni praticabili per ridurre l'incertezza alimentare nazionale. L'orticoltura agro-ecologica, invece, comprende un ampio spettro di metodi rispettosi della natura e a basso consumo energetico, come l'agricoltura no-dig (senza lavorazione del terreno, ndr), quella biologica e quella sostenuta dalla comunità (CSA), i cui obiettivi comuni sono il ripristino della salute del suolo, la costruzione della resilienza contro i cambiamenti climatici e il sostegno alla biodiversità. In particolare, il rapporto raccomanda di:
- sfruttare il Land Use Framework per raddoppiare i terreni utilizzati per la produzione di ortaggi;
- promuovere la ricerca per individuare le opportunità di produzione future;
- sostenere una forza lavoro diversificata e resiliente. (gc)

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