Dalla distribuzione
Il peso variabile è un’ancora del negozio
Vale il 30% del carrello, un quarto di questo è ortofrutta
È opinione ormai consolidata tra gli addetti ai lavori che i freschissimi ricoprano un ruolo centrale nelle scelte di acquisto degli italiani e, a maggior ragione, nella scelta del negozio di fiducia. Ma, come si sa, nel freschissimo domina la modalità di vendita a peso variabile (prettamente sfuso nell’ortofrutta o porzionato al momento, come per carne o salumi), con tutte le conseguenze che si porta dietro, legate a una qualità in vendita non omogenea e poco standardizzata o a informazioni parziali rilevabili sui dati di vendita.
Nel webinar dal titolo "Freschissimi: un comparto strategico per la spesa degli italiani", tenutosi il 16 novembre 2023, Marco Pellizzoni (direttore commerciale di Consumer Panel Services / CPS) ha portato alcune evidenze interessanti che sottolineano la centralità costante delle categorie dei freschi e freschissimi vendute a peso variabile, soprattutto in questi anni in cui il clima di sfiducia dilagante e le difficoltà di reddito obbligano i clienti dei diversi canali di vendita a valutare sempre più attentamente i propri acquisti.
Il primo dato che sottolinea l’importanza dei freschi a peso variabile, come deriva dal panel di 15.000 famiglie di CPS, è certamente il peso a valore che questi hanno nel carrello della spesa, che si attesta a ben il 30% del totale e, all’interno di questo, quasi un quarto (il 23%) è attribuibile all’ortofrutta, seconda solo alla carne (31%).
Scendendo maggiormente nei dettagli, per frutta e verdura venduti a peso variabile (quindi principalmente sfusi) si rilevano, a settembre 2023, livelli di penetrazione nelle famiglie italiane altissimi (93%) e in crescita. Parimenti, la frequenza di acquisto è seconda solo a quella del pane (42 atti di acquisto annuali, frutta 36 e verdura 34). A livello di spesa media, invece, è la carne a svettare con 388 euro medi annui, contro i 154 della frutta e 130 della verdura che però, sommati, portano al valore più grande.
A livello di canali, si sottolinea la crescita del discount che – ad esempio per la frutta a peso variabile – ricopre ormai un ruolo chiave per il consumatore italiano, con una penetrazione in forte crescita negli anni (58% delle famiglie nel 2023) e un livello raggiunto secondo solo al supermercato. Quindi, ormai, il discount non è solo prezzi bassi e prodotti confezionati, ma un’alternativa paritaria a supermercato e ipermercato. Lo specializzato, invece, perde continuamente terreno, anche se per la frutta mantiene ancora uno ruolo importante, essendo acquistata ancora da quasi un 30% delle famiglie in questo canale di acquisto.
Il dato relativo alla frutta nei discount è ancora più interessante se confrontato con altre categorie, come formaggi e salumi, per cui la penetrazione del canale è sempre alta, ma con un gap decisamente superiore.
Quindi, nonostante il libero servizio si stia continuamente spostando verso il peso imposto, per tanti motivi, il prodotto venduto a peso variabile ricopre ancora un ruolo cruciale e grazie al quale è possibile muovere clienti sulla base della soddisfazione percepita.