Il limone siciliano alla prova del mercato: OP Cai traccia la rotta

“Il primo fiore precoce potrebbe essere la chiave per competere con la Spagna”

Il limone siciliano alla prova del mercato: OP Cai traccia la rotta

Dopo una stagione segnata dalle tensioni sui mercati internazionali, anche il limone siciliano – eccellenza del made in Italy – ha dovuto fare i conti con una fase di incertezza. In particolare, la campagna del primo fiore, che rappresenta la produzione cardine per il comparto, ha mostrato un andamento altalenante.
A fare il punto della situazione è OP Cai, una delle realtà cooperative più rappresentative del comparto, attraverso le voci del presidente Salvatore Scarcella, del vicepresidete Carmelo Scarcella e del responsabile del controllo di gestione Antonio Lo Conte.

Salvatore e Carmelo Scarcella

«Siamo sul finire della campagna del primo fiore – spiega Salvatore Scarcella – e possiamo dire che è stata una stagione a due facce. Fino a gennaio la domanda era buona, i volumi giravano e il mercato rispondeva positivamente. Poi, da febbraio, abbiamo risentito dell’onda lunga della crisi che ha colpito il mercato globale, con particolare impatto su quello spagnolo».
Una crisi che però ha avuto un effetto paradossale: «Proprio mentre la Spagna faticava a soddisfare la domanda, l’Italia ha registrato un incremento delle richieste, in particolare dai mercati dell’Est Europa. Tuttavia – puntualizza Lo Conte – si tratta di mercati molto orientati al prezzo, il che rende la competizione ancora più serrata».

Guardando al futuro, OP Cai punta sull’anticipo: «Stiamo investendo su varietà precoci del primo fiore – aggiunge Carmelo Scarcella – perché vogliamo entrare sul mercato già da inizio settembre, prima della Spagna. Anticipare l’offerta è oggi strategico per non arrivare quando i mercati sono già saturi».
Nel frattempo, si guarda alla prosecuzione della stagione. La raccolta del bianchetto è alle porte: «Si tratta di un volume contenuto – spiegano dalla cooperativa – ma sarà un passaggio importante prima dell’arrivo del verdello, previsto per fine giugno».

Da sinistra: Antonio Lo Conte e Salvatore Scarcella

Proprio il verdello rappresenta una delle scommesse più interessanti del comparto. «È un prodotto di nicchia, soprattutto nel segmento bio – racconta Lo Conte – ma ancora poco conosciuto. Spesso viene confuso con lime o limone acerbo. Per questo stiamo lavorando molto sul fronte della comunicazione, con l’obiettivo di valorizzarlo e farlo conoscere meglio al consumatore».

Sul piano agronomico, OP Cai continua a investire con decisione: nuovi sesti d’impianto, varietà precoci, assistenza tecnica agli associati. «Siamo convinti – conclude Carmelo Scarcella – che innovazione e programmazione siano le leve per restituire competitività al limone siciliano. Non basta più la qualità intrinseca del prodotto: oggi serve una filiera capace di rispondere con prontezza e strategia ai cambiamenti del mercato».
In una Sicilia che guarda con determinazione al futuro, OP Cai si conferma punto di riferimento per una limonicoltura moderna, sostenibile e orientata al mercato.