Il gelo mette ko la frutticoltura emiliano romagnola

Da Ferrara a Ravenna danni ingenti su albicocche, pesche e pere

Il gelo mette ko la frutticoltura emiliano romagnola

Come avevamo annunciato ieri (clicca qui per approfondire ), la grande gelata è arrivata la scorsa notte sconvolgendo i piani e il futuro di molte aziende agricole. Le temperature sono scese sotto le zero già dalla tarda serata di mercoledì, per poi continuare tutta la notte su -2 gradi centigradi per le zone più ‘fortunate’ ma in alcuni areali si sono registrati anche -6 gradi centigradi.
Nei campi, da Ferrara a Ravenna, i danni sono stati ingenti e alcune colture sono state completamente ‘bruciate’ dal freddo. Abbiamo raccolto la testimonianza di alcuni operatori ed esperti del settore per capire le conseguenze che ci aspetteranno nei prossimi mesi.
Dalla cooperativa Apofruit ci segnalano abbassamenti di temperatura ‘importanti’ sia nella zona della bassa ravennate che nel ferrarese. Nonostante molte aziende abbiano attivato i sistemi antibrina per la difesa delle piante, il gelo ha certo colpito i fiori e frutticini ma appare ancora prematuro fare una stima dei danni.

“Dalla zona collinare a quella della pianura abbiamo registrato una forbice di temperature che parte da -2,5 per arrivare a -4,5 gradi centigradi – spiega a IFN Nicola Dalmonte, presidente di Coldiretti Ravenna -. Fortunatamente ventole e sistemi antibrina erano tutti attivi e in parte hanno protetto le piante ma dobbiamo ancora eseguire un preciso monitoraggio”.
Il problema più grosso, sottolinea Dalmonte, è stata la durata del gelo: “Già dalle 22 le temperature sono andate sotto lo zero e la notte è stata davvero lunga” commenta.
E continua: “Sicuramente ci saranno danni in base alle colture e alle differenti fasi vegetative ma ancora non siamo in grado di indicarne la percentuale esatta. Oltre ai frutti, il gelo ha colpito anche le viti che presentavano germogli pari a 5-6 centimetri nella zona collinare”.
Il presidente di Coldiretti Ravenna sottolinea come questa situazione delle gelate stia andando avanti dal 2020: “Le gelate sono andate ad aggiungersi ai danni che aveva già lasciato la grandinata di domenica – dice -per cui ci troviamo in una situazione molto pesante, dove le coperture assicurative sono parziali, considerati gli alti costi che non tutti gli agricoltori possono permettersi”.
Dalmonte ripone la speranza nelle temperature delle prossime ore: “Ci attendiamo un miglioramento, con temperature in rialzo, poi ovviamente dipende dalle correnti d’aria che possono repentinamente cambiare”.

Sempre dall’areale ravennate ci giunge la testimonianza di Fabio Zannoni, tecnico Caab Massari di Conselice: “Proprio questa mattina (ieri per chi legge, ndr) sono venuti gli assicuratori per la conta dei danni – spiega a IFN – e posso affermare che di pesche, percoche e nettarine non ne rimane traccia per un totale di 14 ettari; il gelo le ha ‘cotte’ tutte”. E aggiunge: “Anche sulle viti registriamo numerosi danni, considerato che tantissimi germogli sono stati completamente distrutti. Invece sulle mele dovrebbe venirci in aiuto l’irrigazione antibrina che avevamo azionato e non dovremmo avere particolari danni. Anche per le pere i problemi sembrano contenuti ma lo sappiamo bene, è ancora troppo presto per dare un giudizio”.

Spostandoci verso il territorio emiliano, abbiamo coinvolto Andrea Bandiera, responsabile tecnico delle colture frutticole di Patfrut che ha sede nelle province di Ferrara e Bologna. “E’ ancora difficile capire i danni ma di sicuro i problemi principali sono sulle drupacee – commenta –. Posso già affermare che se parliamo di albicocche il danno si avvicina al 100% , per le pesche la percentuale di danno scende al 60/70% mentre le pomacee sembrano essere state colpite di meno ad esclusione delle pere: molti di questi frutti (Williams e Abate) presentano infatti il calice nero”.
Nell’areale bolognese fino al confine ferrarese di Argenta, la scorsa notte le temperature sono scese di -2 e -3 gradi centigradi. “Nella nostra zona non abbiamo molti sistemi di protezione – sottolinea – facciamo al massimo trattamenti con gibberelline oppure ci affidiamo ai cannoni che sparano aria calda. Siamo ancora in fase di valutazione dei danni, speriamo solo che stanotte (la notte appena passata per chi legge, ndr) le temperature possano alzarsi”.

A confermare il punto di vista di Bandiera è la stessa Confagricoltura Bologna, che in un comunicato stampa riporta “una perdita del 50% della produzione per alcune specie frutticole”. E specifica “Per le albicocche, frutto il cui danno è immediatamente riconoscibile, i numeri sono ancora più elevati: ci sono aree dove è andato perso circa il 70% del potenziale produttivo”.

Frutticini danneggiati

Rimanendo nella zona bolognese, sul "Gruppo trasversale agricoltori" di Facebook la produttrice Alessia Camaggi dei colli di Imola pubblica le foto dei suoi frutticini completamente danneggiati. E riporta un danno del 100% per le albicocche, che scende al 50% per i peschi.

Frutticino spaccato dal gelo

Oltre a riporre le speranze in un innalzamento della temperatura per le prossime ore, il quadro appena tracciato non può lasciare spazio al fatalismo: il settore necessita di soluzioni immediate e durature a partire dai laboratori di ricerca. E se andando a comprare la frutta notiamo un innalzamento dei prezzi, impariamo a ragionare sull’origine di questi. Quella dei produttori spesso non è una lamentela fine a se stessa ma semplicemente un racconto veritiero di come va il settore.

Foto di apertura per concessione di Luigi Bosi