Il gasolio infiamma la protesta agricola in mezza Europa

Il taglio alle sovvenzioni deciso da Germania e Francia è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso

Il gasolio infiamma la protesta agricola in mezza Europa

In Germania non si placano le proteste del mondo agricolo, come dimostrano le immagini dei vari blocchi stradali riportate da tutti i mass-media nazionali in questi ultimi giorni, e che fanno seguito alle manifestazioni del 18 dicembre, quando migliaia di mezzi agricoli hanno assediato il paese, con 25mila trattori in marcia nel Bade Wurtten-Berg, 19mila in Baviera e un presidio di almeno 300 trattori ha bloccato la porta di Brandeburgo a Berlino.

Un copione che non è esclusiva del Paese Teutonico, anzi, negli ultimi 12 mesi si sono susseguite proteste in mezza Europa, a partire da Olanda e Francia, ma non dimentichiamo Stati più piccoli come la Slovenia. D’altro canto, c’è un fil rouge che guida le contestazioni degli agricoltori europei, ovvero, l’adozione di misure sempre più stringenti nei confronti dei produttori, motivate da esigenze ambientali, sulla scia di quanto enunciato nel Farm to Fork.
In Germania il casus belli è stata la decisione del governo Scholz di tagliare le sovvenzioni al diesel, oltre ad abrogare l’esenzione dei veicoli a uso agricolo dall’imposta sulle auto. A nulla è valsa la parziale retromarcia a seguito delle manifestazioni di dicembre, al contrario, i toni si sono ulteriormente surriscaldati come testimonia l’assalto al traghetto, con a bordo il vicecancelliere e Ministro dell’Economia Robert Habeck, da parte di un gruppo di agricoltori che hanno bloccato il molo e costretto il ministro a tornare indietro per questioni di sicurezza.

Fonte: Profilo instagram Giampaolo Maloberti

Adesso c’è il timore di un effetto domino, soprattutto fra gli agricoltori di quei Paesi confinanti che già hanno mostrato di non aver paura ad utilizzare strade piuttosto drastiche per dar sfogo al proprio malcontento.
I francesi sotto questo punto di vista non sono secondi a nessuno. Poco più di un mese fa, al di là dei “classici” blocchi stradali con code interminabili di mezzi agricoli, non sono mancati sversamenti di letame e liquami sui campi Elisi, agli ingressi di fast food, uffici delle imposte e della sicurezza sociale, ma anche di alcune importanti arterie stradali. Per restare in tema, i manifestanti hanno riadattato il celeberrimo slogan dei moti parigini del ’68 “una risata vi seppellirà”, in “il letame vi seppellirà”. La miccia che ha infiammato i cugini d’oltralpe è la stessa dei tedeschi: la fine dell’esenzione fiscale sull’acquisto del gasolio.
Tuttavia, i precursori di questa ondata di proteste sono stati gli olandesi e i belgi, che già a marzo dello scorso anno avevano manifestato per opporsi al varo di misure che prevedevano l’acuirsi degli oneri finanziari per tutti coloro che facevano ricorso a fertilizzanti e reflussi zootecnici contenenti azoto, con il rischio di portare al collasso l’intero sistema zootecnico. Il caso dei Paesi Bassi è particolarmente interessante, perché dal malcontento degli agricoltori è nato un partito dai toni populisti contro le misure Green, Il Boer Burger Beweging (“Movimento civico dei contadini”), che sta emergendo nel panorama politico olandese. 

Fonte: TargatoCn.it

E l’Italia? Per ora nel Belpaese tutto tace. Gli unici assembramenti di trattori recentemente osservati sono stati di carattere ludico come la calza della Befana realizzata da 160 trattori a Trinità (Cuneo). Navigando sui social, fra i vari gruppi agricoli non mancano gli incitamenti ad emulare i colleghi europei ma, evidentemente, manca (per ora) quella misura, come il taglio alle agevolazioni del gasolio, che colpisca indistintamente tutto il mondo agricolo. Solo allora, (forse) si potranno scaldare gli animi degli agricoli italiani che sembrano già rassegnati al loro destino.

Fonte foto d'apertura: agromeccanica Calzolari