Il fondo Fsi punta sull’agroalimentare con un polo da 2 miliardi

Tamagnini: «Un progetto di aggregazione aperto ad aziende che condividano i nostri valori»

Il fondo Fsi punta sull’agroalimentare con un polo da 2 miliardi

Creare un polo dell’agrifood italiano con un respiro internazionale e ambizioni da Borsa. È questo l’obiettivo di Maurizio Tamagnini, Amministratore Delegato del fondo Fsi (nella foto in apertura, fonte: sito web Fondo Fsi), che ha recentemente acquisito per 200 milioni di euro Casalasco, storica azienda cremonese specializzata nella trasformazione del pomodoro, con un fatturato che supera i 600 milioni di euro, come riporta milanofinanza.it.
Quella di Casalasco è solo la prima tappa di un progetto più ampio: costruire un gruppo da 2 miliardi di euro di ricavi annuali, con una presenza solida in Europa e una possibile futura quotazione a Milano. «Il nostro è un progetto di aggregazione aperto a imprenditori e aziende che condividano i nostri valori. Casalasco è la piattaforma perfetta per partire: una realtà integrata, solida, internazionale e sostenibile», spiega Tamagnini.

L’azienda rappresenta un unicum nel panorama italiano: cinque stabilimenti, oltre 2.000 addetti stagionali, marchi noti come Pomì, De Rica e, da poco, anche Pummarò, con esportazioni verso 70 Paesi. La cooperativa che l’ha guidata ha saputo evolversi fino a diventare una società per azioni, investendo su efficienza produttiva e sostenibilità. «È un’azienda che lavora a chilometro zero, con una filiera di 800 produttori e sistemi d’irrigazione che puntano a ridurre del 30% i consumi idrici», evidenzia Tamagnini.
L’operazione Casalasco si inserisce in una strategia di consolidamento che punta a unire sotto lo stesso tetto altre realtà italiane ed europee del settore agroalimentare. Fsi sarà affiancato da Crédit Agricole tramite Idia Capital, in un’alleanza tra capitale privato e mondo cooperativo.

Casalasco non si limiterà al pomodoro: già oggi produce legumi, zuppe, minestre e sta rafforzando la filiera del pesto. «Vogliamo individuare nuove aziende con prodotti e competenze compatibili per espandere il portafoglio del gruppo», anticipa Tamagnini.
L’ambizione di lungo termine è chiara: «Casalasco ha tutte le carte in regola per diventare una protagonista della Borsa italiana. Ma prima dobbiamo completare il nostro percorso di crescita, insieme al management e alla cooperativa», conclude Tamagnini. (gc)

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