Il Cyperus, la malerba 'invisibile' che minaccia la pataticoltura italiana

Pochi principi attivi a disposizione, ma il sorgo sudanese potrebbe essere un valido alleato

Il Cyperus, la malerba 'invisibile' che minaccia la pataticoltura italiana

La pataticoltura italiana si trova ad affrontare una minaccia che rischia di compromettere la qualità e la redditività della produzione nazionale: il Cyperus esculentus, comunemente noto come Cipero o Zigolo Dolce. Questa infestante, infatti, è oggetto di una campagna di studio e monitoraggio condotta da Agripat, Società Agricola Cooperativa emiliana, in collaborazione con esperti del settore per la sua pericolosità. Ne abbiamo parlato con Riccardo Rocchi, Coordinatore di Agripat, che ha spiegato a IFN l’entità del problema e le possibili strategie per contrastare questo pericoloso avversario.

Un’infestante insidiosa e difficile da controllare
“Il Cyperus è una pianta che si sviluppa molto rapidamente — spiega Rocchi — in appena 50 giorni può raggiungere un metro d’altezza. Il suo organo riproduttore è un bulbo, chiamato ‘cipollina’, che, insieme a un apparato radicale molto robusto, compete con la patata per nutrienti e spazio nel terreno.” Ma il danno più grave è un altro: “Le radici del Cyperus perforano il tubero della patata in modo evidente, compromettendo non solo la resa ma anche la qualità del prodotto, che diventa inadatto persino alla trasformazione industriale.”

Una battaglia che coinvolge tutte le filiere agricole
Il tema è stato approfondito da Rocchi in occasione del Potato Symposium al Macfrut 2025, dove ha sottolineato l’importanza di un’azione coordinata: “Il contenimento del Cyperus non riguarda solo la pataticoltura ma tutte le filiere agricole. La rotazione delle colture è un fattore chiave nella gestione del problema, perché questa infestante si diffonde facilmente nei campi in rotazione.”
L’uscita di scena di importanti erbicidi, come l’S-Metalaclor sui cereali primaverili e il prossimo ritiro del Metribuzin, utilizzato anche sulle carote, rende il quadro ancora più preoccupante e limita gli strumenti a disposizione degli agricoltori.

Agripat ha però individuato una strategia agronomica innovativa che può aiutare a contenere il Cyperus: l’utilizzo del sorgo sudanense come coltura intercalare tra una coltura da reddito e l’altra. “Il sorgo sudanense ha una crescita molto rapida, fino a 50 giorni dalla semina, e apporta una grande quantità di sostanza organica al terreno una volta trinciato e interrato. Inoltre, ha un effetto di biofumigazione che aiuta a contenere le infestanti.”
Un ulteriore vantaggio è che il sorgo può essere diserbato con prodotti registrati, come Mesotrione e Pyridate, utilizzati in due trattamenti durante la fase di 4/5 foglie. I risultati in campo sono stati soddisfacenti, con una significativa riduzione della presenza di tuberi del Cyperus, responsabili della sua riproduzione.

Rocchi lancia un appello: “Serve un coinvolgimento di tutta la filiera agricola, dal produttore al tecnico, fino ai decisori politici. Solo un approccio condiviso e tempestivo potrà arginare la diffusione di questa malerba che, se sottovalutata, rischia di mettere a rischio una delle produzioni più importanti per l’ortofrutta italiana.”