Attualità
«Il biologico non è in crisi, la Gdo gli dia più spazio»
Mammuccini (Federbio) fa il punto sul calo dei consumi domestici
“I dati sul biologico non sono impietosi se confrontati con l’andamento generale dei consumi di ortofrutta, ma occorre attivarsi per realizzare una campagna di comunicazione adeguata che aiuti ad invertire lo stile di vita adottato dai più che va in direzione opposta a quella indicata dall’Oms, ovvero di consumare almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno”. A sostenerlo Maria Grazia Mammuccini, presidente di Federbio, l’associazione di organizzazioni di tutta la filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica con sede a Bologna.
Per Mammuccini, il calo del 2% tra il 2017 e il 2021 dei consumi domestici di prodotti ortofrutticoli bio e dell’1% tra il 2020 e il 2021 (dati Cso Italy), non desta quindi preoccupazione anche nell’ottica della strategia Farm To Fork, che punta a trasformare il 25% dei terreni agricoli in aree destinate all’agricoltura biologica entro il 2030 e che deve comportare necessariamente un aumento dei consumi.
“Gli ultimi tre anni sono stati pesanti per tutti e hanno determinato cambiamenti nei trend di consumo dell’ortofrutta; quindi, il calo che stiamo vivendo non riguarda solo il nostro comparto ma tutto il settore – racconta a IFN -. Analizzando i dati non ci sembra di vivere in una situazione di particolare crisi. Gli ultimi numeriche abbiamo a disposizione dell’Osservatorio Sana metto in evidenza che il prodotto a peso imposto bio è aumentato del 2,4% nel 2022 rispetto al 2021 all’interno della Gdo. Questo ci fa restare positivi. Sappiamo però che è importante puntare sulla comunicazione che metta in evidenza non solo quanto sia fondamentale consumare alimenti biologici, ma anche al bene che questo tipo di scelta fa al nostro pianeta. Per questo ci stiamo impegnando nel realizzare un’assemblea di produttori bio, ma anche eventi più consumer come la Festa del Bio, che si terrà a maggio a Roma, oltre alla settimana del bio”.
La comunicazione deve andare di pari passo anche con la proposta di ’ortofrutta biologica all’interno dei punti vendita. “C’è ancora del lavoro da fare anche nell’organizzazione del sistema commerciale delle insegne della Gdo, perché spesso lo spazio riservato a queste referenze è troppo limitato e in certi casi quasi inesistente. Se il cliente non trova un’adeguata offerta, gli acquisti ne risentono".
La positività rimane, ma "negli ultimi dati che fanno riferimento al 2022, si nota sì un aumento dei frutteti bio del 7,8%, ma allo stesso tempo una diminuzione della superficie dedicata agli ortaggi del 13% e degli ettari di agrumi del 10%. Aumentano però del 4,5% gli ettari complessivi dedicati al bio tra il 2020 e il 2021 - sottolinea Mammuccini - così come gli operatori, che in Italia sono 86mila, di cui 76mila produttori”.
Attualmente Federbio sta lavorando su due obiettivi importanti: “ottenere il credito di imposta sui costi di certificazione del bio, affinché si favorisca questo tipo di investimento. Altro punto che ci piacerebbe vedere realizzare è la riduzione al minimo dell’Iva sui prodotti biologici e l’azzeramento dell’aliquota per l’ortofrutta nelle mense pubbliche”.
Nel frattempo, una battaglia vinta per metà è la legge che tutela il biologico, approvata un anno fa. “Siamo soddisfatti dell’approvazione, ma chiediamo che la legge venga applicata rapidamente. Tra Piano strategico nazionale della Pac e le risorse del Pnrr, sono 3 i miliardi di euro da investire da qui al 2027. Queste risorse ci danno strumenti innovativi che vanno spesi secondo una strategia accurata che porti ad una crescita dei consumi e ad un maggiore supporto per chi si converte a questo metodo di coltivazione”.
Mammuccini ripone speranza anche nel prossimo tavolo sul biologico, che si terrà il 12 aprile. “Il Sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, Luigi d’Eramo, con delega per il biologico, ha convocato un tavolo dopo Pasqua che speriamo possa rimettere in moto tutto il sistema attualmente bloccato”.