Dal campo
I prezzi dei fertilizzanti di nuovo in salita: +15% in poche settimane
Cappellari (Fomet): «Tra tasse verdi e speculazioni la corsa non si fermerà»
L’agricoltura non sta vivendo un momento storico semplice: tra crisi globale e manifestazioni su scala internazionale, la tensione è in costante aumento. A complicare il quadro questioni di dettagli che, però, preoccupano i produttori agricoli, come la crescita dei prezzi dei fertilizzanti, che hanno registrato un aumento medio del 15% nell’ultimo periodo. La crisi del Mar Rosso sta destabilizzando gli approvvigionamenti, soprattutto dall’Asia e, secondo Coldiretti, sarebbe in pericolo tra il 10 e il 15% del totale delle importazioni di fertilizzanti in Italia, per un valore di circa 200 milioni di euro.
I prodotti che risentono maggiormente dei rincari sono: azoto e fosforo che provengono, in buona parte, dai Paesi Nordafricani come Egitto, Tunisia ed Algeria. Questi, sfruttando le difficoltà dei concorrenti asiatici, stanno speculando sulle quotazioni.
Infatti - come spiega a IFN Enrico Cappellari, Coo di Fomet SpA - più che per i mancati arrivi, la preoccupazione del settore è tutta concentrata sul rialzo dei prezzi a causa di speculazioni. Tanti player, ma anche vettori e compagnie di navigazione, fanno poi leva sulla crisi del Canale di Suez per giustificare rincari non necessari.
Facciamo attenzione, esorta Cappellari: “Dal Canale di Suez transita solo il 12% circa dei concimi che arrivano in Italia. Ovviamente ci sono anche altre difficoltà: come il Regolamento (UE) 2023/956 che istituisce il meccanismo europeo del Cbam, che prevede l'applicazione di un tributo "ambientale" alle merci importate nell'Unione Europea (Ue), la cui produzione genera “emissioni di gas serra”. E, quindi, costi nuovi in arrivo per chi importa fertilizzanti che stanno già condizionando i listini ”.
“Oltre ai fertilizzanti chimici e minerali vi sono rincari per le matrici organiche di origine animale e per i sacchi/sacconi, prodotti con l’utilizzo di gas: per fare un esempio, un saccone (Big-Bags) della capacità di 500 chili, che normalmente costava 3,5 euro oggi ha già superato a listino i 4,5 euro. In sintesi, i maggiori costi di produzione dei fertilizzanti sono fra il 10-15%, ma comunque le quotazioni sono ancora molto inferiori al periodo 2022-2023 e subito dopo l'avvio conflitto russo-ucraino, dove si erano registrati rialzi del 350-400%, cosicché, per determinati fertilizzanti, si erano superati anche i mille euro a tonnellata”.
“Da tenere conto poi che potranno esserci notevoli problemi e ritardi nelle forniture di fertilizzanti per il rallentamento nell’acquisto e nel ritiro da parte degli utilizzatori, sia per le incertezze sul mercato - che non hanno consentito una programmazione per tempo delle colture da coltivare - sia per la mancanza di pioggia in varie parti del paese, che concentrerà le semine, con tutti i problemi relativi", conclude Cappellari.