Dalla distribuzione
I piccoli frutti sentono l’impatto del cambiamento climatico
Con Spreafico focus sui trend produttivi e commerciali della campagna
L’impatto del cambiamento climatico sulle colture è ormai evidente su tutti i prodotti, tra questi anche i piccoli frutti. Il clima impazzito e la siccità hanno un effetto diretto sui raccolti, su cui pesa anche la scure dell’assenza di manodopera. Con Spreafico, leader di mercato per la commercializzazione di piccoli frutti, abbiamo indagato i trend produttivi alla base della campagna italiana ed europea in corso.
La campagna italiana
“Nonostante il lampone e la fragola di produzione italiana non conoscano grandi soste a livello produttivo – spiegano dall’azienda – dobbiamo sottolineare che gli impatti del cambiamento ci sono e si notano con una certa evidenza”.
Questi impatti si manifestano con un andamento atmosferico difficilmente prevedibile a tutte le altitudini, dalla pianura alla montagna, con alternanza tra piogge tropicali e totale mancanza di acqua, oppure con sbalzi termici notevoli.
“Queste condizioni rendono sempre più difficile una produzione di frutti qualitativamente adeguata. I problemi fitosanitari che la produzione soffre sono sempre più difficili da controllare e anche il sempre più limitato numero di molecole disponibili e autorizzate non aiuta”, specificano da Spreafico.
Un altro annoso problema della stagione dei piccoli frutti è la disponibilità di manodopera agricola, fondamentale per le operazioni di raccolta. Considerato che gli operai necessari sono sempre di meno, è a rischio la sostenibilità economica della filiera.
A livello commerciale però, lo sguardo del consumatore italiano rimane comunque benevolo verso il comparto dei piccoli frutti, anche se i prezzi elevati limitano le uscite in termini di volumi.
“Alcuni prodotti come le fragole ad esempio – sottolineano da Spreafico - stanno conoscendo una mancanza quasi totaledi offerta per tutte le ragioni a cui abbiamo fatto riferimento prima. Questo si riflette in prezzi elevati a fronte di una domanda che comunque non conosce sosta”.
La campagna europea ed extraeuropea
La situazione non cambia se allarghiamo lo sguardo ai Paesi produttori europei ed extraeuropei.
“Il clima impazzito, la carenza di manodopera e la mancanza d’acqua sono situazioni che i coltivatori devono affrontare giornalmente – dicono dall’azienda - Prendiamo ad esempio la mancanza di produzione di mirtilli peruviani che ha portato il prezzo della bacca a valori che non si erano mai visti; valori che tuttavia il mercato fatica a riconoscere a causa della ridotta capacità di spesa del consumatore”.
Una situazione di cui traggono vantaggio quei Paesi terzi, come Marocco ed Egitto, in cui il costo più contenuto della manodopera contribuisce alla sostenibilità delle loro produzioni.
Basti pensare che anche la Spagna, che fino ad oggi è stato grande e storico produttore di piccoli frutti, di fronte a questi eventi preferisce investire su altri prodotti, più facili da coltivare e meno esigenti in termini di acqua e di manodopera.
“Nonostante gli approvvigionamenti si stiano spostando su altri Paesi, ricordiamo che coltivare i piccoli frutti con continuità e qualità non è facile e non si può certo improvvisare”, commentano dall’azienda.
Packaging e shelf life
Nonostante le difficoltà produttive a cui stanno andando incontro i piccoli frutti, continua la ricerca sul packaging. “I produttori di imballaggi stanno lavorando seriamente verso un universo di prodotti che non solo limiteranno le quantità di plastica, ma garantiranno una maggiore qualità nella conservazione del prodotto, esempio confezioni ‘apri e chiudi’ o termosaldate” dicono da Spreafico.
E concludono: “Prevediamo anche una tendenza a incrementare la grammatura delle singole referenze, soprattutto per quanto riguarda il mirtillo”.