Dal campo
I nanodot di carbonio aprono una nuova era per la difesa dell’ortofrutta
La start-up britannica CDotBio sviluppa biopesticidi a base di RNA

Un’innovazione nata nei laboratori di medicina potrebbe presto rivoluzionare anche la protezione delle colture ortofrutticole. CDotBio, spin-out dell’Università di Bristol, ha sviluppato biopesticidi di nuova generazione basati su RNA veicolato da nanodot di carbonio, minuscole particelle biodegradabili che permettono di colpire in modo mirato parassiti ed erbe infestanti. Questa tecnologia promette di ridurre in modo significativo l’uso di agrofarmaci chimici, con vantaggi economici e ambientali per i produttori e una maggiore sicurezza per i consumatori.
I biopesticidi a base di RNA agiscono bloccando specifici geni dei parassiti o delle malattie, senza intaccare gli organismi utili e senza lasciare residui persistenti nell’ambiente. Il problema, fino ad oggi, era che l’RNA risultava poco stabile e difficile da far penetrare nei tessuti vegetali. I nanodot di carbonio, già utilizzati in campo medico, risolvono questa criticità: proteggono l’RNA dalla degradazione e ne facilitano l’assorbimento, rendendo i trattamenti più efficaci e mirati.

Se il primo obiettivo di CDotBio sarà la gramigna nei cereali, la ricerca guarda già a sfide che toccano da vicino l’ortofrutta. Parassiti come gli afidi, vettori di virosi in colture come melone, pesco e vite, o malattie come la peronospora della vite e la batteriosi del kiwi, potrebbero essere affrontate con strategie RNA molto più selettive rispetto agli attuali prodotti chimici. Per l’orticoltura, tecnologie di questo tipo potrebbero rappresentare un’arma importante contro patogeni come la peronospora del pomodoro o la ruggine della lattuga, riducendo i trattamenti e rispondendo alla crescente domanda di produzioni a residuo zero.
I primi modelli sviluppati dall’azienda mostrano che i biopesticidi a base di nanodot potrebbero ridurre fino al 70% l’impiego di agrofarmaci di sintesi. Per l’ortofrutta italiana, che rappresenta una quota rilevante del nostro export agroalimentare, questo significa una maggiore competitività sui mercati, sempre più attenti alla sostenibilità e alla salubrità dei prodotti. “Il settore agricolo ha bisogno di nuove soluzioni – spiega il CEO Teo Garcia-Millan –. Con i nanodot di carbonio possiamo aumentare la precisione della difesa delle colture, migliorando le rese senza compromettere l’ambiente”.
Con il mercato globale dei pesticidi che vale oltre 100 miliardi di dollari, CDotBio guarda a partnership internazionali per accelerare la diffusione della sua tecnologia. Le prime prove in campo sono previste nel 2026, con un lancio sul mercato nel 2028, previa autorizzazione delle autorità competenti.
Per l’ortofrutta, questo potrebbe significare una vera rivoluzione: difesa più selettiva, minori residui, maggiore tutela della biodiversità e un passo avanti verso un’agricoltura più resiliente e sostenibile.
