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I funghi proteggono le rese dagli eventi climatici estremi
Una ricerca della Cattolica di Piacenza e Cremona mostra gli effetti del Trichoderma spp
I funghi possono salvare le piante dagli eventi atmosferici estremi; ecco quanto emerge da una ricerca coordinata dalla facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica, sede di Piacenza e Cremona, svolta in collaborazione con il Leibniz Center for Agricultural Landscape Research – ZALF, Munchenberg.
Sono stati studiati gli effetti del Trichoderma spp sulle produzioni ortofrutticole. Trichoderam è un fungo, classificato come benefico, che interagisce positivamente con la pianta e promuoverne la crescita, lo sviluppo delle radici, l’assorbimento dei nutrienti e la resistenza agli stress ambientali.
“Questo fungo rientra nella categoria dei biostimolanti, sostanze naturali o microorganismi, diversi dai fertilizzanti, che migliorano la tolleranza agli stress, l’efficienza d’uso dei nutrienti e la qualità, senza danneggiare l’ambiente”, spiega Luigi Lucini, professore di Biochimica dell’Università Cattolica.
Le temperature estreme e gli eventi catastrofali che stanno interessando il nostro Paese hanno messo a dura prova il comparto ortofrutticolo con conseguente calo della produttività delle piante.
“Quando il fungo viene a contatto con le foglie delle colture, è in grado di stimolare la pianta a produrre molecole che la aiutano a resistere a siccità e alle alte temperature”, spiega il professor Lucini, che ha coordinato le ricerche. “La pianta percepisce la presenza del fungo e, ritenendosi infettata da un patogeno, attiva diversi sistemi di difesa che alla fine portano ad una maggior resistenza agli stress, inclusi quelli legati al cambiamento climatico”.
I risultati evidenziano ancora una volta come l’utilizzo di biostimolanti potrebbe essere un modo efficace ed ecologico per una produzione di cibo più sostenibile, in linea con le direttive imposte dalla Comunità Europea attraverso il Green Deal.