Dal campo
Grande Bellezza, grande qualità: anche nei frutti di bosco
Odorizzi (LGBI): “I nostri mirtilli e lamponi piemontesi ci permettono di fare la differenza”

All’interno del paniere di eccellenze che compongono la Grande Bellezza Italiana, non poteva mancare una categoria in forte crescita come quella dei frutti di bosco. Dal Piemonte, infatti, la rete promuove e commercializza mirtilli e lamponi di alta qualità attraverso la sua associata Joinfruit.
“Il progetto nasce a Saluzzo, in provincia di Cuneo, alle pendici del Monviso, dove le condizioni pedoclimatiche sono ideali per la coltivazione di questi frutti – spiega Leonardo Odorizzi, tra i soci fondatori della Grande Bellezza Italiana –. Questo ci consente di raggiungere standard qualitativi altissimi, coerenti con la nostra filosofia: valorizzare prodotti d’eccellenza coltivati esclusivamente in Italia, senza limiti di categoria o territorio”.

I mirtilli e i lamponi piemontesi piacciono molto anche all’estero: “In un mercato maturo come quello britannico, le principali catene della GDO – Tesco, Sainsbury’s, Asda e Morrisons – inseriscono a scaffale questi prodotti, che si distinguono per qualità e gusto”. Un successo che conferma la vocazione internazionale della rete: “L’export rappresenta il nostro fiore all’occhiello – conclude Odorizzi –. Basti pensare che circa la metà dei 135 milioni di euro di fatturato complessivo proviene proprio dai mercati esteri”.
Come già evidenziato, è il territorio a fare la differenza. Lo conferma Stefania Mana, referente commerciale del gruppo Joinfruit: “La coltivazione di piccoli frutti, in particolare mirtilli e lamponi, nella zona di Saluzzo (Cuneo) beneficia di condizioni pedoclimatiche particolarmente favorevoli. L’elevata escursione termica tra il giorno e la notte – con giornate calde e serate fresche – permette una maturazione più lenta e controllata, migliorando così la shelf life del prodotto”.

Un ruolo chiave è svolto anche dalla conformazione dei suoli: “Il mirtillo richiede terreni subacidi – prosegue Mana –. Le nostre colline sono caratterizzate da suoli di colore rossastro con pH tra 5 e 6, ideali per questa coltura. Inoltre, le esposizioni collinari garantiscono un’ottima insolazione: gli impianti si trovano prevalentemente in aree pedemontane, che offrono un microclima particolarmente favorevole”.
Le varietà coltivate sono il risultato di accordi commerciali con importanti retailer europei, che richiedono cultivar selezionate secondo precisi parametri di qualità e stagionalità. “Questo ci consente di posizionare sul mercato un prodotto di alto livello, disponibile da giugno a fine agosto”, sottolinea Mana.
Anche per i lamponi la qualità parte dal campo, grazie a tecniche colturali avanzate. “Utilizziamo sistemi di ombreggiamento con teli – simili a grandi ombrelloni – per proteggere i frutti dalle piogge e dalle alte temperature. Il lampone è molto sensibile allo stress termico e alla luce diretta: senza protezione, rischia scottature o difetti nella pigmentazione”, spiega Mana.

La raccolta avviene ai piedi del Monviso (dove nasce il fiume Po ndr), e la filiera è attentamente controllata: “Dopo la raccolta, i frutti vengono refrigerati per 48 ore per stabilizzarli prima della lavorazione. Il confezionamento avviene in sale semi-refrigerate, mantenute a 15-18°C, per preservare la freschezza fino al consumatore”.

Dal punto di vista varietale, Joinfruit coltiva sia lamponi rifiorenti che perenni, per garantire una produzione continua da maggio a novembre. Ma l’elemento distintivo è l’investimento in ricerca: “Abbiamo un vivaio sperimentale in cui ogni anno testiamo circa 500 nuove piante. L’obiettivo è selezionare varietà con maggiore contenuto zuccherino, migliore conservabilità e adattabilità alle condizioni locali. È un investimento strategico che ci permette di offrire un prodotto sempre più competitivo, sia sotto il profilo qualitativo che commerciale”.
