Giro di vite all'import di arance egiziane nella UE

Aumentano i controlli per rilevare residui di pesticidi

Giro di vite all'import di arance egiziane nella UE

Qualche mese fa abbiamo analizzato il mondo degli agrumi africani, grazie ad Alessandro Cecchinato collaboratore dell’azienda veneta Dal Bello Sife. Ne era emerso un exploit delle arance Valencia egiziane nei mercati europei, soprattutto in quelli italiani (approfondisci l’articolo), grazie al calendario di produzione, tanto che l’Egitto ha incrementato negli ultimi anni le superfici, per diventare un player affidabile a livello internazionale. L'unico dubbio che serpeggia fra gli operatori continentali è se i parametri produttivi e fitosanitari siano stringenti come quelli imposti agli agricoltori europei. 

Probabilmente anche per questa ragione l’UE ha aumentato i controlli fisici sul prodotto importato dall'Egitto del 30%, riscontrando un alto tasso di non conformità in materia di contaminazione da residui di pesticidi in partite di arance e peperoni di quell'origine. Ma sotto torchio c’è anche la frutta secca; infatti, la frequenza dei controlli sulle partite di arachidi dall'Egitto è aumentata al 30% a seguito del mancato rispetto delle norme sulla contaminazione da aflatossine. 
Ma attenzione, il Paese africano non è l’unico sotto osservazione. Infatti, sono aumentati i controlli sulle arance dalla Turchia a causa della possibile contaminazione da residui di pesticidi.

Infine, dopo aver approfondito alcune allerte alimentari e i risultati di controlli ufficiali, la Commissione europea ha deciso di modificare i requisiti di ingresso per i peperoni dalla Repubblica Dominicana. Cambiamenti anche nell'importazione di altri prodotti, come arachidi dal Gambia, carrube e gomma di guar dall'India, noodles dalla Corea del Sud, papaia verde dal Messico, peperoni dal Pakistan e melograni e pistacchi dalla Turchia.