Dal campo
Funghi, verso una stagionalità allungata
Con la produttrice Borghi (Funghi di Valentina) un focus sui trend del settore
Se una volta il consumo dei funghi era limitato a determinati periodi dell’anno, ora la stagionalità di questo prodotto è sempre più allungata nel tempo e arriva anche al periodo estivo. Un calendario sempre più lungo che significa maggiori opportunità per il prodotto e per le aziende dedicate. I funghi sono inoltre la massima espressione della sostenibilità e rappresentano un prodotto salutare, in grado di rispondere ai trend di consumo odierni.
Ne abbiamo parlato con Valentina Borghi, titolare dell’azienda I Funghi di Valentina, oltre che Presidente di Coldiretti Bologna.
“Il consumo dei funghi è sempre più sdoganato nel tempo e nella stagionalità – spiega Borghi a IFN – e il prodotto oggi tende ad essere consumato sempre di più anche in estate. Tant’è vero che le fungaie lavorano anche in estate, anche se i mercati cambiano leggermente: calano quelle attive in città e aumentano quelle distribuite nelle zone di vacanza”.
E continua: “Siamo molto soddisfatti di questo risultato: per arrivarci abbiamo lavorato per molto tempo con l’associazione dei fungicoltori e con l’associazione europea dei funghi. Ora invece dobbiamo lavorare sugli aspetti salutistici del prodotto: le politiche europee sono ancora troppo concentrate sui prodotti processati a discapito del fungo. Mentre il nostro prodotto ha tutti gli elementi per considerarsi un alleato della salute considerando che è composto per il 90% di acqua e potassio; è inoltre un facilitatore della vitamina D, oltre che un alimento adatto alle diete vegetariane/vegane. Purtroppo abbiamo ancora a che fare con una serie di fake news come il fatto che non si digerisca e che sia tossico, quando invece è fibroso ed è dimagrante, dato che dona senso di sazietà tant’è che negli Stati Uniti è indicato tra gli alleati di una dieta salutare contro la lotta al tumore del seno”.
Il problema dei fungicoltori italiani, come sottolinea Borghi, è il numero limitato dei produttori e quindi la scarsa capacità di incifìdere sul mercato.
I trend economici
Anche se la richiesta di funghi italiani sul mercato non manca, ci sono fin troppe importazioni ad influenzare i trend economici. “Il problema è che l’import abbassa i prezzi sul mercato e fa si che il surplus che non si riesce a gestire sul mercato del fresco, vada direttamente alle industrie conserviere in cui i prezzi tendono a crollare”. Allo stesso tempo, non è percorribile la formula del ritiro dal mercato (che fa parte dell’Ocm Ortofrutta): “Il surplus che va alle onlus come Banco Alimentare e altre associazioni ha prezzi non adeguati all’inflazione – specifica Borghi – e non possono quindi essere utilizzati come valvola di sfogo per il mercato”.
Funghi, una produzione sostenibile?
“La sostenibilità ambientale è la vita del fungo stesso – dice Borghi - nasce da prodotti di scarto dell’agricoltura come letami di cavallo e pollina di gallina a cui viene aggiunta la paglia e i cereali (grano e avena) che fanno da tramite per il micelio, una sorta di farina che trasporta il seme. Nella prima fase di maturazione, i funghi necessitano di molta acqua per far macerare il composto e l’acqua non assorbita nella nostra azienda viene raccolta e re-immessa nel reticolo idrico”.
L’azienda completa il suo percorso di sostenibilità con i pannelli fotovoltaici installati sul tetto che producono un Megawatt ed impianti a metano per limitare l’utilizzo di energia elettrica. Inoltre la struttura utilizza un depuratore per filtrare tutte le acque che vanno re-immesse nel ricircolo idrico.
“Abbiamo anche dei sistemi di riduzione di utilizzo dell’ acqua – commenta Borghi – tramite l’ irrigazione meccanica e automatizzata. Poi ci sono canaline e caditoie per raccogliere l’acqua e due bacini di accumulo in caso di bisogno, oltre ad un lago di depurazione”.
La sostenibilità si esprime in azienda anche a livello di personale: gli impiegati sono un totale di 150 per 8 nazionalità diverse, la maggior parte sono donne con un’età media sotto i 30 anni.
Funghi, un prodotto estremamente energivoro
Essendo una produzione molto energivora, quella dei funghi ha sofferto qualche problema in questi ultimi anni. “I rincari dei costi energetici che abbiamo registrato nel 2022 sono stati un vero e proprio disastro e siamo stati costretti a chiudere il bilancio a zero. Per coltivare alla temperatura costante di 17 gradi serve sempre il giusto grado di riscaldamento e raffreddamento, senza contare i costi di tutti i fattori produttivi che vanno dall’imballaggio alla manodopera”. E aggiunge: “Per questo motivo abbiamo apportato alcuni aumenti correttivi di circa il 30% e stiamo cercando di mantenerli anche adesso, considerato il momento inflattivo che il mercato sta vivendo. Quest’anno, per esempio, i costi dell’ernergia sono più contenuti ma i tassi sono ancora altissimi: noi continuamente investiamo come abbiamo sempre fatto in questi anni quindi abbiamo esposizione finanziaria tale che ci fa pesare molto gli interessi passivi a causa del tasso”.