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Frutta estiva: un'estate da dimenticare per l’export nazionale
Spagna e Grecia ne approfittano e invadono l’Italia
L’aggiornamento ad agosto dei dati import-export, elaborati dal Monitor Ortofrutta di Agroter, consente di stilare un primo bilancio sull’andamento degli scambi commerciali della frutta estiva: particolarmente negativo per le drupacee, leggermente meglio per angurie e meloni.
Drupacee: crolla l’export vola l’import
L’anno scorso, complice la carenza produttiva in Spagna, era stato un anno favorevole per le esportazioni di drupacee, ma dopo appena 12 mesi la situazione si è letteralmente capovolta. Nel periodo che va da maggio ad agosto, l’export è diminuito a volume fra il 25% (per le ciliegie) e il 40% (pesche, albicocche e susine). A valore le ciliegie sono l’unico prodotto in controtendenza (+7%), mentre per pesche, albicocche e susine il calo è significativo e pari a -37%, -33% e -22%, rispettivamente.
Al contrario, le importazioni sono letteralmente esplose per ciliegie ed albicocche, con incrementi addirittura in tripla cifra, tanto a volume quanto a valore; per le pesche si registra “solo” +60% a volume e +32% a valore. Viceversa, trend negativo per le susine, che dimostra come ci sia una diminuzione di interesse verso questa specie, in quanto il calo produttivo non è stato compensato da provenienze fuori dall’Italia.
Chi ha tratto beneficio dall’aumento delle importazioni? Sicuramente la Spagna, che ha pressoché raddoppiato i volumi di ciliegie (+91%), pesche (+80%) e albicocche (+91%) spediti verso il nostro Paese. Merita menzione, inoltre, l’ottima performance delle Grecia per le ciliegie, che nell’arco di un anno ha raddoppiato le esportazioni a volume, triplicato a valore, e superato la Spagna come principale fornitore dall’estero.
Meloni e cocomeri: l’export “tiene”; import fra alti e bassi
Nel caso di meloni e cocomeri la situazione è stata leggermente migliore. Nelle esportazioni c’è stato un calo dei volumi pari, per entrambi, all’11%, mentre a valore è lievemente negativa per il cocomero (-4%) e sostanzialmente invariata per il melone (-1%).
Per quanto riguarda l’import, gli andamenti sono opposti fra le due colture. Infatti, per il cocomero il trend è negativo sia a valore (-5%) sia a volume (-11%), a differenza del melone, dove sono raddoppiate le importazioni sia in quantità (+117%) sia a valore (+84%).
Anche in questa circostanza è la Spagna ad approfittarsene, in quanto ha aumentato i volumi esportati verso l’Italia, soprattutto nel caso del melone (+145%). La Grecia, invece, pur rimanendo il nostro principale fornitore di cocomeri dall’estero, ha diminuito i volumi immessi nel nostro mercato da un anno all’altro, con un calo del 22%.
In conclusione, è stata una estate amara per l’export della frutta estiva Made In Italy, soprattutto per quanto riguarda le drupacee, evidentemente penalizzate da una annata fortemente deficitaria dal punto di vista produttivo. Una criticità, quello della salvaguardia della produzione che dovrà essere risolta, perché - fra continui alti e bassi - si rischia di perdere la clientela in mercati importanti ed è certo un lusso che non possiamo permetterci.
Ha collaborato Alberto Biffi