Dalla distribuzione
Frutta di importazione, i trend con Conor
Con l'import manager Priotto un focus sull'andamento di arance, kiwi e avocado
Mentre la campagna della frutta estiva procede tra alti e bassi - con volumi limitati e frutti rovinati dagli ultimi eventi atmosferici – rimangono più stabili i trend della frutta di importazione, come le arance, i kiwi, gli avocado, i mango, i lime e le uve. Ne abbiamo parlato con Lorenzo Priotto, import manager di Conor, società del gruppo Agribologna.
Per quanto riguarda le arance: “quest’anno la scarsità del prodotto italiano e spagnolo ha favorito l’import dei frutti egiziani – spiega Priotto a IFN – in particolare la varietà Valencia è molto buona e ha permesso di incrementare i volumi a doppia cifra rispetto agli anni passati”. E aggiunge: “La stagione si prolungherà fino alla settimana 28, quando inizieremo con la varietà Navel sudafricana”. L’import manager definisce il mercato come fluido e movimentato: “I calibri grandi si muovono su prezzi di 14 euro a cassa (15 kg) e 11/12 euro a cassa per calibri più piccoli, da spremuta. In attesa che si consolidino i consumi della frutta estiva, la richiesta di arance rimane buona e così è stato soprattutto nel mese di maggio, quando la frutta estiva mancava e il maltempo ha condizionato gli acquisti”, dice Priotto.
Sta volgendo al termine anche la campagna dei kiwi italiani e sul mercato rimangono ben poche partite di prodotto greco. “Abbiamo iniziato con il prodotto cileno con i calibri grandi (23/25/27) e quotazioni alte, considerati i volumi limitati. I prezzi si aggirano sui 3 euro al chilogrammo e, in generale, non ci aspettiamo volumi superiori rispetto all'anno scorso”.
Un cambio di passo si sta registrando anche per l’avocado, la cui campagna invernale “è stata caratterizzata da prezzi alti e dalla carenza di prodotto mediterraneo”, specifica Priotto. E aggiunge: “Il repentino cambio passando alle forniture del Perù, con volumi in arrivo stimati superiori del 10/15% rispetto all'anno scorso, hanno portato il mercato al ribasso. In particolare, la varietà Hass peruviana ha subito un importante calo delle quotazioni, mentre le varietà a buccia verde, come il Pinkerton, sembrano reggere. Si attendono volumi considerevoli dal Perù per due motivazioni: il Paese si conferma il primo player mondiale, considerati i forti investimenti fatti negli ultimi anni ma gli Stati Uniti prediligono la provenienza messicana - data la vicinanza tra i due Paesi - e l’abbondanza prevista del raccolto di quest’anno”.
Sul mango l’import manager commenta un mercato stabile per tutte le varietà. “Terminata la campagna peruviana, ora ci affidiamo ai frutti provenienti dal Brasile (la varieta Tommy Atkins ), Costa d’Avorio, Messico via aerea, mentre sta per iniziare il Senegal. La campagna senegalese si preannuncia breve e complicata a causa dei tumulti politici nel paese che pregiudicano le spedizioni sia aeree che marittime”, dice Priotto.
Per il lime la stagione primaverile è iniziata con quotazioni alle stelle per il prodotto brasiliano, durante il mese di aprile. Poi, i consistenti arrivi hanno fatto sì che il prezzo scendesse rapidamente – specifica l’import manager – portando le quotazioni ad un livello decisamente inferiore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”.
Infine, per le uve sta finendo la stagione oltremare e stanno iniziando i frutti di origine mediterranea - come l'Italia - ma anche l'Egitto. “I prezzi sono ancora alti, in attesa che inizi la campagna italiana – conclude Priotto - e stiamo vivendo il cambio di provenienza con poca merce dai due paesi”.