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Fragole Romagna: “un’annata senza infamia e senza lode”
Stefano Zavoli (Agribologna) racconta di una campagna complicata dal clima

Volge al termine la campagna delle fragole in Romagna, con un anticipo inatteso rispetto alle consuete tempistiche. A tracciarne un bilancio è Stefano Zavoli, produttore a Poggio Torriana (RN) e socio del Consorzio Agribologna, dove oltre alle fragole coltiva drupacee e cachi.
“Quest’anno chiuderemo in anticipo rispetto al 2024, quando riuscimmo a raccogliere fino ai primi di giugno. Già dalla prossima settimana, probabilmente, non ci sarà più prodotto disponibile” spiega Zavoli.
A determinare la chiusura anticipata sono stati gli sbalzi termici che hanno caratterizzato il mese di maggio. Dopo il clima fresco nella settimana del Macfrut, le temperature si sono improvvisamente impennate, provocando una sovramaturazione dei frutti e quindi una concentrazione delle raccolte in un arco temporale ristretto.

“La qualità, a fronte dei continui sbalzi di temperature, ne ha risentito: il sapore era buono, ma non eccellente. Il caldo improvviso ha inciso molto”, osserva il produttore.
Anche sul fronte commerciale, il clima instabile ha avuto effetti evidenti: giornate più fresche hanno frenato la domanda, mentre il picco di maturazione ha complicato la gestione della raccolta e delle vendite. “I prezzi sono rimasti su livelli accettabili, ma lontani dai picchi dello scorso anno. Inoltre, osserviamo una crescente competizione della produzione del Sud Italia anche nel mese di maggio, e questo impatta direttamente sugli scambi”, sottolinea Zavoli.

La produzione dell’azienda riminese è destinata in gran parte alla Grande distribuzione organizzata (Gdo), che assorbe circa il 70% del raccolto, mentre il restante 30% è rivolto ai mercati all’ingrosso.
“La richiesta si concentra sempre più su un prodotto premium, e per questo abbiamo puntato sulle varietà Giusy e Tea, che si distinguono per qualità estetica e sapore”.
L’azienda continua a investire anche sul fronte dell’innovazione, con un progetto di coltivazione fuori suolo, ormai in essere da qualche anno: “Abbiamo avviato i primi stacchi in questi giorni e la raccolta entrerà nel vivo nelle prossime settimane, protraendosi per tutta l’estate. In quel periodo sul mercato resta solo il prodotto di montagna, quindi le quotazioni sono generalmente sostenute. La fragola fuori suolo ha un buon sapore e pezzatura contenuta, ma il caldo incide negativamente sulle rese. È una sfida, ma vale la pena portarla avanti”, conclude Zavoli. (bf)
