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Fitofarmaci professionali acquistati online: così il patentino è una farsa
Dimenticate le regole soffocanti: sul web tutto è permesso

Quando si parla di fitofarmaci, si entra in un labirinto normativo fatto di vincoli, obblighi e raccomandazioni che gli agricoltori devono rispettare in modo scrupoloso, dalla fase di acquisto, alla conservazione in magazzino passando per la distribuzione, fino allo smaltimento dei contenitori. Una burocrazia sempre più stringente, alimentata da regolamenti che nel tempo si sono moltiplicati. È noto, ad esempio, che per acquistare qualsiasi prodotto fitosanitario destinato all’uso professionale – indipendentemente dalla sua classificazione o pericolosità – è obbligatorio il cosiddetto “patentino”, ovvero il certificato di abilitazione previsto dall’articolo 9 del D.Lgs. 150/2012. Chi ne è sprovvisto può accedere solo a una ristretta gamma di prodotti per uso non professionale (i PFnP), pensati per hobbisti e giardinieri della domenica.
Tutto questo impianto normativo è formalizzato nel PAN – Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei Prodotti Fitosanitari – approvato con decreto ministeriale il 22 gennaio 2014. Una cornice rigorosa, che impone anche ai distributori di verificare l’identità dell’acquirente, controllare la validità del patentino, registrare ogni vendita e mantenere tracciabilità completa dei prodotti, con tanto di registro informatizzato da aggiornare meticolosamente.
Quindi, no patentino, no prodotti fitosanitari. Ma siamo sicuri? Perché siamo riusciti ad acquistare un prodotto fitosanitario ad uso professionale – nella fattispecie un insetticida a base di Deltametrina – senza che ci fosse richiesto alcun patentino. È bastato un clic su una delle piattaforme di e-commerce più famose al mondo. Nessuna richiesta di certificati, nessun avviso vincolante: inserisci nel carrello, paga e ricevi il pacco in ufficio. E per scrupolo, abbiamo verificato: sulla confezione non compare alcuna dicitura PFnP. Il prodotto non è destinato ad un uso amatoriale, eppure è arrivato a destinazione come se fosse una lampadina o un libro.
Ecco allora che la situazione sconfina nel grottesco. Perché mentre gli agricoltori devono frequentare corsi, superare esami, e sottostare a controlli e burocrazie, il mercato online aggira tutto con la semplicità di un checkout digitale. Anche i siti che vendono questi prodotti – e ce ne sono tanti – si limitano (a volte) a una nota informativa: “Acquisto riservato a possessori di patentino”. Ma poi? Nessuna verifica, nessun filtro. Tutto affidato alla buona fede dell’utente. Un atto di fiducia che suona più come una presa in giro.
Nel frattempo, chi lavora nei campi deve lottare con norme sempre più complesse, registri da aggiornare, ispezioni e scadenze. Mentre la “signora Maria” può ordinare lo stesso insetticida professionale in tre click, magari leggendo le recensioni entusiaste di altri consumatori “comuni” che lo hanno già provato con successo.
Conclusione? Il patentino serve solo agli agricoltori. Per gli altri, basta una connessione internet ed una carta di credito.


















