Fitofarmaci, la riduzione può slittare al 2035

Il pragmatismo ha prevalso sull’ideologia

Fitofarmaci, la riduzione può slittare al 2035

L'approvazione di ieri della posizione della ComAgri (26 a favore, 3 astenuti e 9 contrari) sulla proposta di Regolamento sull'uso sostenibile dei fitofarmaci dimostra come quando il confronto si concentra sul merito delle questioni, superando posizioni ideologiche e polarizzazioni inutili, si possono raggiungere accordi pragmatici e in grado di trovare un equilibrio tra i tre livelli di sostenibilità: ambientale, scoiale ed economica.

Un approccio pragmatico che, data l'impossibilità di arrivare a un rigetto della proposta, ha portato a prevedere un calendario più realistico, con l'obiettivo di una riduzione del 50% a livello UE dell'uso dei pesticidi fissato per il 2035. Non solo, gli Stati membri ottengono un certo margine di flessibilità, con target di riduzione obbligatori a livello nazionale del 35%.

I negoziati guidati dalla collega Clara Aguilera (capogruppo S&D in Commissione Agricoltura), che ringrazio per l'importante lavoro svolto, hanno portato a un cambiamento del periodo di riferimento per il calcolo della riduzione che tiene meglio conto degli sforzi già fatti da alcuni Stati membri, in particolare l'Italia, nella riduzione dell'uso di fitofarmaci; basti pensare che dal triennio 2011-2013, che diviene la nuova base di calcolo, ad oggi, i nostri agricoltori hanno già ridotto di oltre il 20% l'utilizzo della chimica. 

Tutto ciò, insieme alla clausola di revisione che ne valuterà la fattibilità, rende più realistico e raggiungibile l'obiettivo al 2035, ma solo se accompagnato da un importante sforzo in innovazione, che metta a disposizione alternative concrete per contrastare le fitopatie, a partire dalle TEA, le nuove biotecnologie sostenibili.

La posizione approvata oggi è la conferma di come le forzature politiche, le spaccature interne al Parlamento europeo non portano mai a passi in avanti significativi. Al contrario, la discussione sui temi ha portato a risultati positivi sia per il settore agricolo che per gli imprescindibili obiettivi di sostenibilità che ci siamo posti come Unione europea.

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