Finocchi, il mercato non accetta più la mediocrità

L’azienda calabrese Turrà: «Il marchio Igp una garanzia per la filiera»

Finocchi, il mercato non accetta più la mediocrità

Il mercato dei finocchi vive tra alti e bassi ma, come evidenzia a IFN, Gianluca Soda, co-titolare dell’azienda agricola Turrà, che ha sede a Crotone e collabora con l’azienda Lella in Puglia, a Ginosa, per un totale di 200 ettari, il marchio d'origine è diventato un fattore chiave per la filiera.

L’areale crotonese ogni anno offre un prodotto eccelso, con caratteristiche uniche, come colore, croccantezza, elevato contenuto di acqua e sostanze antiossidanti; il marchio Igp, oltre a essere un fregio per l’areale, è una tutela per i consumatori. Per la nostra azienda è imprescindibile seguire la filiera passo dopo passo per controllare al massimo il nostro prodotto”.

Il mercato è instabile ma, fortunatamente, le condizioni climatiche non hanno danneggiato le produzioni come si temeva. “Nonostante i problemi di siccità - afferma Turrà – abbiamo saputo gestire bene le risorse nei momenti cruciali per tutelare i volumi e i calibri. Le caratteristiche del prodotto rispecchiano a pieno quello che vogliamo ottenere: un finocchio dal colore brillante con una polpa soda e croccante. Il nostro calendario produttivo dovrebbe coprire sino ad aprile con le varietà Ares, Leonardo l’Augusto Narciso e Bramante”. 

In questa fase di mercato i prezzi oscillano da 0,80 a 1,20 euro al chilogrammo anche se è complesso prevedere l’andamento delle prossime settimane. Sicuramente il calo dei volumi potrà far alzare i prezzi.