Dal campo
Fichi d'India, la fioritura promette orizzonti positivi
La Deliziosa: «Dobbiamo confidare che il clima non faccia scherzi»
L’Etna è in fiore con i suoi frutti più rappresentativi, i fichi d'India. Una distesa di “chiuse” (gli appezzamenti destinati alla coltivazione del fico d'India, ndr) colorano le pendici del vulcano e le aziende iniziano le prime operazioni tra le pale, e si spera in una campagna fiorente in tutti i sensi. Così ci siamo fatti raccontare le prime impressioni della stagione da un’azienda leader come La Deliziosa Op di Biancavilla, in provincia di Catania, specializzata in questa coltura.
“Ci stiamo godendo una fioritura straordinaria – racconta Sarah Bua, responsabile comunicazione e marketing – ovviamente non è garanzia per una campagna positiva; è ancora troppo presto per lanciarsi in previsioni. Il clima è molto instabile e dobbiamo mantenere la guardia alta”.
“Possiamo dire che la stagione è iniziata, stiamo facendo le prime operazioni come la scozzolatura; pratica storica che consiste nel recidere la prima fioritura per ottenerne una seconda, che darà vita ai pregiati “bastardoni”. Inoltre, stiamo attuando un diradamento mirato per avere una resa migliore e un prodotto che esprima al massimo le sue caratteristiche”. L’Op siciliana continua la sua personale evoluzione in campo e negli impianti. “Costante il nostro impegno per la sostenibilità; le piante di fichi d'India sono molto rustiche e non richiedono tanti trattamenti ma necessitano di interventi e il nostro obiettivo si focalizza sulla riduzione dell’impiego di acqua utilizzando impianti a goccia”.
Novità all’orizzonte. “Inaugureremo la nostra nuova linea per la lavorazione dei fichi d'India con l’obiettivo di manipolare il meno possibile il prodotto…un po' come si fa con i piccoli frutti. Cercheremo di automatizzare il più possibile la selzione del prodotto con l’intento di migliorare il confezionato”.
“Ci impegniamo tanto per l’ambiente - afferma Bua - ormai il ficodindia è un frutto sotto i riflettori che può essere simbolo di una nuova agricoltura”.