FederBio e WWF contestano l'insufficienza di risorse del DDL 926 per il bio

Solo 1,4% delle risorse di competenza del Masaf destinate al biologico

FederBio e WWF contestano l'insufficienza di risorse del DDL 926 per il bio

FederBio e WWF Italia hanno esaminato insieme i contenuti della Tabella 13 del disegno di legge N. 926, “Bilancio di previsione dello Stato 2024 e bilancio pluriennale 2024-2026”, relativi alle risorse finanziarie di competenza del Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, per individuare le misure e le risorse previste per lo sviluppo e la gestione dell’agricoltura biologica. Dall’analisi emerge un quadro complessivamente non soddisfacente, con un totale di risorse assegnate ai capitoli specifici dedicati alle filiere agroalimentari certificate in biologico di 33.957.727 euro, che corrispondono a circa 1,4% dell’intero budget (2.434.630.489 euro) previsto per il Ministero competente nel 2024. 

Secondo FederBio e WWF sono necessarie, non solo maggiori risorse, ma anche misure fiscali in grado di ridurre il costo della produzione e della certificazione a carico delle aziende agricole e rilanciare i consumi dei prodotti biologici certificati in un momento di difficoltà economica per le famiglie italiane. Secondo l’Osservatorio Sana il valore del mercato biologico al consumo in Italia è stato di 5,474 miliardi di euro (luglio 2022-luglio 2023), con un aumento del 9% rispetto al 2022. Una crescita, minore rispetto agli anni precedenti, che rischia però un bilancio negativo nel 2023 a causa dell’inflazione e del ridotto potere di acquisto delle famiglie. Se la domanda interna dei prodotti biologici certificati rallenta, rischiando perfino di fermarsi o arretrare, potrebbe essere messo a repentaglio tutto il programma di crescita dell’agricoltura biologica del nostro Paese e la possibilità di raggiungere l’obiettivo del 25% di superficie agricola utilizzata certificata in biologico entro il 2027. Questo nonostante l’aumento delle risorse per lo sviluppo del biologico e delle sue filiere previsto dal Piano Strategico Nazionale della PAC 2023-2027 e dal PNRR. A fronte di ciò, si richiede un maggiore impegno nel bilancio nazionale per il 2024 a sostegno del biologico, che rappresenta oggi in Italia il principale strumento per una vera transizione ecologica dell’agricoltura.

FederBio e WWF hanno predisposto alcune proposte di emendamenti che sono state inviate ai parlamentari con l’auspicio che siano accolte e depositate nei tempi utili per consentire la loro discussione durante il veloce iter di approvazione della manovra 2024. In particolare, le due associazioni propongono la rimodulazione delle aliquote IVA in relazione alle esternalità ambientali, positive e negative, dell’agricoltura eliminando le agevolazioni previste per pesticidi e fertilizzanti chimici di sintesi e abbassando l’IVA al 4% per tutti i prodotti biologici di consumo e i mezzi tecnici ammessi in agricoltura biologica. 

Le due organizzazioni auspicano anche l’introduzione di un credito di imposta per la certificazione delle imprese biologiche inserite nell’elenco nazionale degli operatori certificati, per ridurre i costi della certificazione oggi a totale carico delle aziende agricole. Tra le proposte, l’utilizzo della fiscalità nazionale da parte degli Stati membri dell’Unione Europea per promuovere l’incremento della superficie agricola utilizzata in agricoltura biologica che viene raccomandata peraltro anche dalle Strategie UE “Farm to Fork” e “Biodiversità” al 2030. Inoltre, la revisione delle aliquote IVA e l’azzeramento dei costi di certificazione utilizzando il credito di imposta potranno essere un incentivo importante per la transizione ecologica della nostra agricoltura e per raggiungere gli obiettivi indicati dal Green Deal. Un altro importante emendamento riguarda la costituzione di un fondo per l’incentivo al consumo di prodotti biologici certificati da parte di donne in stato di gravidanza e bambini sino ai 3 anni, quale strumento per la prevenzione di malattie croniche connesse all’assunzione di alimenti contenenti residui di prodotti chimici di sintesi utilizzati in agricoltura. 
 

FederBio e WWF ricordano che sono ormai migliaia gli studi e le ricerche scientifiche che evidenziano in modo incontrovertibile come l’esposizione cronica ai pesticidi (ovvero quella che si verifica per dosi piccole e ripetute nel tempo) determini un incremento statisticamente significativo del rischio di sviluppare patologie cronico-degenerative. Parliamo di cancro, diabete, patologie respiratorie, malattie neurodegenerative, malattie cardiovascolari, che colpiscono in particolare i gruppi più vulnerabili come le donne in stato di gravidanza e i bambini nei loro primi 1.000 giorni di vita. Questo emendamento vuole pertanto promuovere il consumo di prodotti biologici certificati, quindi privi di residui di pesticidi anche minimi e nei limiti consentiti dalla normativa in vigore, intervenendo sui soggetti più vulnerabili agli effetti dell’esposizione ai pesticidi sulla salute.

Altri due emendamenti riguardano gli Enti di ricerca non vigilati dal Ministero dell’Università e della Ricerca (Art.60 del DDL 926), per i quali si propone di inserire tra i loro obiettivi, in maniera esplicita, anche la transizione ecologica dell’agricoltura e dell’agroalimentare nazionale secondo le norme unionali di produzione biologica certificata; il Fondo per le emergenze in agricoltura (Art. 74 del DDL 926), per il quale si propone di inserire in maniera esplicita una riserva del 25% per gli operatori del settore biologico in coerenza con gli obiettivi di crescita quantitativa del settore fissati dal Piano Strategico Nazionale. Le imprese del biologico sono in determinati contesti di crisi più esposte delle altre in relazione alla minore possibilità di risposta immediata a determinati eventi avversi e per la maggiore rigidità del loro sistema di produzione alle fluttuazioni di mercato, per cui necessitano di una linea dedicata di sostegno. Altri Paesi Ue diretti concorrenti dell’Italia hanno già istituito questo tipo di fondi dedicati esclusivamente alle imprese del settore biologico, con dotazioni importanti come nel caso della Francia che ha stanziato 60 milioni di euro solo per le risposte alle crisi di mercato.

Infine, FederBio e WWF, propongono variazioni al capitolo 7742 della Tabella 13 del DDL 926 relativo ai “Contributi ad enti ed istituzioni di ricerca nonché assegnazioni al fondo per la ricerca nel settore dell'agricoltura biologica e di qualità già incluse nel fondo di cui all'articolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 comma 616”, aumentando la previsione di competenza per il 2024 ad almeno 2 milioni di euro; sempre nella Tabella 13, capitolo 2325 relativo al “Fondo per le mense scolastiche biologiche”, si propone di aumentare la previsione di competenza per l’anno 2024 ad almeno 10 milioni di euro. Le mense scolastiche biologiche svolgono infatti un’importante funzione nell’ambito dell’educazione alimentare al fine di promuovere diete salutari ed equilibrate. Il Fondo per le mense scolastiche biologiche previsto (5 milioni di euro) è ritenuto insufficiente per garantire il necessario sviluppo della gestione delle mense scolastiche con l’utilizzo di prodotti alimentari biologici, mantenendo il costo a carico delle Amministrazioni pubbliche locali competenti e delle famiglie sostenibili anche in relazione alla riduzione delle risorse assegnate a questo scopo rispetto agli anni passati. 

FederBio e WWF auspicano la giusta attenzione e sensibilità della maggioranza dei parlamentari, confidando nella possibilità che queste minime richieste siano accolte dal Governo e dal Parlamento durante l’iter di approvazione della Manovra 2024. Anche dall’accoglimento di queste proposte di modifica a sostegno del biologico si misurerà la volontà dei nostri decisori politici di sostenere con convinzione una giusta e vera transizione ecologica dell’agricoltura e dei nostri sistemi agro-alimentari.

Fonte: Ufficio stampa FederBio