Fairtrade Italia, anno record: etica e fiducia trainano la crescita del commercio equo

Le banane si confermano il prodotto più venduto con oltre 14 mila tonnellate nel 2024

Fairtrade Italia, anno record: etica e fiducia trainano la crescita del commercio equo

Il 2024 si chiude con segnali incoraggianti per l’economia sostenibile: crescono in Italia le vendite dei prodotti certificati Fairtrade, così come il numero di aziende che scelgono un modello di approvvigionamento più equo, trasparente e attento ai diritti umani lungo tutta la filiera. A restituire una fotografia di questo cambiamento è il Bilancio Sociale 2024 di Fairtrade Italia, presentato oggi in occasione dell’evento annuale “Coltivare il futuro: l’impatto di Fairtrade Italia”.
E se da una parte l’aggravarsi del cambiamento climatico – con effetti sempre più evidenti su coltivazioni come cacao e caffè – rende ancora più urgente l’adozione di pratiche agricole sostenibili da parte dei produttori Fairtrade, dall’altra i dati in crescita raccontano il contributo concreto del mercato italiano a questo cambiamento, confermando la solidità di un modello che mette al centro le persone e costruisce un futuro più equo.

Ma cosa significa, in concreto, acquistare prodotti certificati Fairtrade?
Significa sostenere un sistema che favorisce condizioni di lavoro più giuste, meno impatto ambientale e progetti di sviluppo per milioni di agricoltori e lavoratori in Asia, Africa e America Latina. Fairtrade è il sistema di certificazione internazionale che verifica che dietro ai prodotti ci siano filiere trasparenti, responsabili e attente alle persone. In Italia, Fairtrade collabora con le aziende per facilitare l’approvvigionamento etico delle materie prime come cacao, caffè, banane, zucchero, fino a cotone e fiori. Nel 2024, il valore dei prodotti venduti nel nostro Paese contenenti almeno un ingrediente certificato Fairtrade ha superato i 550 milioni di euro. Un dato che include non solo le materie prime in quanto tali, ma anche i prodotti trasformati che utilizzano uno degli ingredienti certificati, come i biscotti ad esempio. Ed è proprio grazie agli acquisti – sempre più consapevoli – da parte degli italiani che sono stati generati circa 4 milioni di euro sotto forma di Premio Fairtrade, la somma extra versata per ogni prodotto venduto e utilizzata per finanziare progetti collettivi di sviluppo delle organizzazioni di agricoltori e lavoratori in Asia, Africa e America Latina. L’aumento delle vendite dei prodotti certificati Fairtrade in Italia ha portato a un incremento del Premio del +4%. Le categorie che hanno inciso maggiormente sono state il cacao con più di 2 milioni euro, le banane con 743 mila euro e il caffè con 332 mila euro.
A livello globale, il Premio ha superato i 211 milioni di euro nel 2023, sostenendo milioni di persone in oltre 75 Paesi in ambito sanitario, educativo, infrastrutturale e ambientale.

Filiere in crescita
Nel nostro Paese, il 2024 è stato un anno di consolidamento per molte delle filiere certificate Fairtrade. Nonostante l’instabilità dei mercati internazionali e il “caos prezzi” che ha colpito prodotti agricoli come cacao e caffè, le vendite dei prodotti certificati Fairtrade sono cresciuti, segno della solidità e della lungimiranza di un modello orientato alla resilienza. 

Le banane si confermano il prodotto certificato Fairtrade più venduto, con oltre 14 mila tonnellate (+1,5% rispetto al 2023) e si consolida il consumo di cacao che torna a superare le 10 mila tonnellate, segnando un aumento del 5% rispetto all’anno precedente. In crescita, seppur rallentata, anche lo zucchero di canna (+0,5%), mentre l’andamento del caffè Fairtrade, nonostante l’anno critico a livello globale in tema prezzi che ha visto un’impennata incontrollabile, è tornato sopra le 800 tonnellate, con una crescita superiore al 12,5%.  Questi risultati sono accompagnati da un incremento del numero di operatori italiani attivi: oggi oltre 300 aziende importano, trasformano e distribuiscono prodotti certificati Fairtrade, in crescita del +3% rispetto al 2023. Aumentano anche le referenze a scaffale, soprattutto nella GDO, e si rafforza la presenza del marchio nel mercato del non food, con il cotone (+40%) e i fiori recisi (+28%) in forte crescita.
Numeri che confermato la solidità del modello Fairtrade e la crescente attenzione di aziende e consumatori italiani verso un’economia più etica, tracciabile, responsabile e ad alto impatto sociale. 

La ricerca Nielsen e il consumatore consapevole
A sostenere questa crescita non è solo la spinta normativa, ma una trasformazione culturale in corso nel comportamento di acquisto dei consumatori.
La nuova ricerca Nielsen realizzata per Fairtrade Italia fotografa un’Italia più consapevole, in cui il valore etico di un prodotto non è più un “plus”: oltre sei italiani su dieci giudicano affidabili i prodotti etici. Chi conosce Fairtrade, nella quasi totalità dei casi, ne apprezza il valore: la brand awareness è cresciuta di 8 punti rispetto al 2021 e più di otto persone su dieci che riconoscono il marchio dichiarano di fidarsi di esso. Fairtrade emerge come una certificazione moderna e intergenerazionale, capace di coniugare affidabilità, impatto e valore per tutta la famiglia. 

L’indagine collega questa fiducia a comportamenti concreti: il consumatore di oggi è spinto dalla ricerca di cibi più salutari, e predilige brand impegnati che sostengono una giusta causa e che hanno un minor impatto ambientale. 
Il canale prevalente rimane la grande distribuzione (supermercati, ipermercati e discount), mentre calano i negozi specializzati.

“I dati che presentiamo oggi parlano di un’Italia sempre più coinvolta nel cambiamento. In un mondo che chiede responsabilità, Fairtrade rappresenta una risposta concreta per le imprese e per le persone: un sistema che coniuga rigore, trasparenza e impatto reale” afferma Paolo Pastore, Direttore Generale di Fairtrade Italia. “Rafforzare le filiere oggi significa tutelare i diritti umani, affrontare le sfide ambientali e costruire insieme un’economia che guarda al futuro. Non è solo questione di prezzi giusti, ma di responsabilità condivisa. Per questo lavoriamo ogni giorno al fianco delle aziende italiane, non solo con la certificazione ma anche con strumenti concreti per affrontare le nuove sfide di compliance e tracciabilità, restando sempre connessi ai bisogni dei produttori”.

“Vediamo una crescente domanda di prodotti sostenibili e tracciabili da parte di retailer e consumatori. Le aziende italiane stanno dimostrando di saper interpretare con visione il proprio ruolo nella transizione etica”, commenta Thomas Zulian, Direttore Commerciale di Fairtrade Italia. “Oggi il nostro compito non è solo certificare, ma accompagnare le imprese con soluzioni concrete: trasformiamo le richieste normative in percorsi strategici, capaci di generare fiducia, valore e impatto reale lungo tutta la filiera”.

Dalla certificazione alla consulenza
Oltre alla certificazione, che garantisce il rispetto di criteri sociali, ambientali ed economici lungo la catena di fornitura, Fairtrade oggi offre anche un supporto consulenziale alle aziende. Un’evoluzione naturale, che risponde all’introduzione di normative europee come il Regolamento sulla Deforestazione (EUDR) e la Direttiva sulla Due Diligence di sostenibilità (CSDDD).

In questo nuovo contesto, Fairtrade si propone come partner operativo e strategico, in grado di affiancare le imprese nell’interpretazione dei requisiti di legge, nella costruzione di catene di fornitura responsabili e nell’anticipazione delle sfide future, trasformando la sostenibilità in leva competitiva.

Con un impatto sempre più misurabile, una rete di aziende partner in crescita e un ruolo in evoluzione che unisce certificazione e consulenza, Fairtrade Italia si conferma un punto di riferimento per la sostenibilità e i diritti umani nelle filiere globali. Un sistema che mette al centro le persone rafforza la fiducia del mercato e contribuisce concretamente alla costruzione di un futuro più etico. (aa)

Fonte: Ufficio stampa Fairtrade