Dal campo
«Fagiolini, inizio complicato ma promettente»
Riverfrut coltiva la referenza a residuo zero
La campagna dei fagiolini è partita con una decina di giorni di ritardo nel piacentino, dove è protagonista Riverfrut, l’azienda agricola di Rivergaro che da oltre 40 anni ha fatto di questo ortaggio il proprio core-business, dedicando alla referenza oltre 600 ettari di superficie nel periodo estivo.
L’azienda, da sempre attenta alla sostenibilità e alla sicurezza alimentare, da quattro anni ha ottenuto la certificazione Residuo Zero che dà ancora più lustro alla realtà, consentendole di distinguersi ancor più sul mercato. A raccontarci le prospettive della campagna appena iniziata è Laura Casella, responsabile commerciale dell’azienda.
“Il freddo primaverile e le intense piogge di maggio hanno comportato difficoltà nella programmazione delle semine e influito molto sul ritardo produttivo accumulato. I fagiolini si sono quindi fatti attendere da una settimana fino a dieci giorni, rivelandosi pronti per la raccolta a partire da metà giugno. Nonostante il maltempo abbia colpito la nostra zona, non possiamo certo dire che ci siamo lasciati alle spalle la siccità, con cui abbiamo dovuto fare i conti pesantemente negli ultimi anni. Il bilancio delle prime settimane però è fortunatamente positivo. Le coltivazioni sono abbastanza produttive e i fagiolini di buona qualità. Ci aspettiamo perciò di riuscire a recuperare sia a volume che a valore”.
La campagna di produzione italiana proseguirà fino ad ottobre, per poi lasciare il passo alla referenza proveniente da Marocco, Egitto e Senegal, garantendo la fornitura in Gdo tutto l’anno. “La richiesta di prodotto è particolarmente elevata – prosegue Casella - e siamo bene inseriti nelle principali catene da Nord a Sud. Soprattutto performano molto bene i fagiolini spuntati perché il servizio conta sempre di più, così come la referenza di V gamma, quindi già cotta, che si vende in modo costante tutto l’anno”.
Riverfrut si occupa infatti anche di prodotti ad alto contenuto di servizio, tra cui rientrano burger con verdure, zuppe, vellutate, contorni e purè biologici distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Come anticipato, i fagiolini nel periodo estivo sono prodotti esclusivamente a residuo zero. “Il fagiolino è una coltura molto sostenibile e nonostante sia sensibile agli sbalzi di temperatura sia verso l'alto che veros il basso, necessita di pochi imput chimici per lo sviluppo. Noi abbiamo deciso di ridurli ulteriormente per continuare nel solco del rispetto dell’ambiente”, interviene Cristian Bertuzzi, responsabile produzione dell’azienda. “Per farlo ci avvaliamo di insetti utili distribuiti con droni per contrastare ad esempio il ragnetto rosso e anche di batteri antagonisti “buoni”, per combattere gli attacchi fungini che arrecano danno alle radici. Tutto il processo è garantito anche da numerose analisi, su tutti i lotti di produzione. Nello stabilimento gli ortaggi che provengono dal campo vengono lavati con acqua depurata, poi rimessa in circolo e confezionati con diversi pack tra cui vassoi di carta Fsc e vertbag sia con il nostro marchio che con quello dei distributori”.
La sostenibilità è un punto cardine della realtà piacentina che sta investendo molto nell’utilizzo di energia da fonte rinnovabile. Riverfrut infatti sta installando un impianto fotovoltaico con l’obiettivo di riuscire a diventare autosufficiente dal punto di vista energetico.
Oltre a contare sempre di più sulla sostenibilità, l’azienda continua a volersi differenziare mettendo la qualità al primo posto. Conclude Casella: “Seguiamo il processo di produzione e lavorazione a 360 gradi e ci impegniamo costantemente per garantire sempre la qualità ai consumatori. Le difficoltà sono all’ordine del giorno tra costi in aumento e tempo instabile, ma siamo pronti e motivati ad affrontare anche questa nuova campagna”.