Dal campo
Fagiolini: dopo un inizio complicato, la campagna entra nel vivo
Con Riverfrut una panoramica sull'andamento della stagione e le prospettive per i prossimi mesi
Quest’anno la campagna dei fagiolini nel piacentino è cominciata in ritardo, a causa di condizioni meteorologiche avverse. A comunicarcelo è Riverfrut, l’azienda agricola di Rivergaro che da oltre 40 anni ha fatto di questo ortaggio il proprio core-business, dedicando al prodotto oltre 600 ettari di superficie nel periodo estivo. L’azienda, da sempre attenta alla sostenibilità e alla sicurezza alimentare, da cinque anni ha ottenuto la certificazione Residuo Zero che dà ancora più lustro alla realtà, consentendole di distinguersi ancor più sul mercato. A raccontarci le prospettive della campagna è Laura Casella, responsabile commerciale dell’azienda.
"Tra marzo e giugno, abbiamo registrato accumuli di pioggia eccezionali, con oltre 1.400 mm, pari alla normale piovosità di un anno e mezzo. A questo si sono aggiunti violenti temporali e nubifragi nelle ultime settimane”, spiega Casella a IFN. "Le conseguenze, oltre a un ritardo nell’inizio della campagna, si sono riscontrate anche in problematiche sia a livello quantitativo che qualitativo”.
Tuttavia, grazie all'impiego di tecnologie avanzate, come l’uso di selezionatrici ottiche di ultima generazione, Riverfrut sta affrontando efficacemente tali sfide.
“Oggi la situazione produttiva si sta normalizzando, sebbene inizino a verificarsi le prime problematiche legate alle alte temperature, ma, con una buona programmazione delle raccolte e la speranza che il clima sia clemente, ci auguriamo di recuperare terreno nei prossimi mesi, mantenendo volumi e quotazioni in linea con le medie del periodo”, dichiara Casella.
La filiera produttiva di Riverfrut, da sempre seguita in maniera diretta, è anche certificata Residuo Zero: “Con le problematiche legate al maltempo con cui abbiamo dovuto fare i conti è stato certamente impegnativo mantenere la certificazione, ma, grazie ad alcuni accorgimenti e ad innovazioni, tipo l’utilizzo di insetti utili distribuiti con i droni, siamo riusciti a rispettare il nostro capitolato”, spiega il responsabile di produzione Cristian Bertuzzi.
L'azienda continua poi a puntare sul fagiolino spuntato, riconosciuto e apprezzato come un prodotto ad alto contenuto di servizio; parallelamente, proseguono gli investimenti nella V gamma, con prodotti cotti e grigliati e l’ampliamento della linea di zuppe, anche delle innovative Saiché in bicchiere, a sottolineare l’impegno della realtà nella promozione di benessere e salute attraverso la propria offerta: “Cerchiamo di continuare a differenziarci mettendo al primo posto la qualità per i nostri clienti e, soprattutto, per il consumatore finale, monitorando costantemente e direttamente ogni fase del processo di produzione e lavorazione”.
Sul fronte della sostenibilità ambientale, caposaldo dell’azienda piacentina, la realtà è attenta al riutilizzo dell’acqua dei lavaggi delle verdure che, una volta depurata, viene reimmessa nella canalizzazione irrigua dell’azienda. Inoltre, è in programma la realizzazione di un secondo impianto fotovoltaico entro la fine dell’anno: “Questo ci porterà a superare 1 MW di potenza, rendendoci in larga parte autosufficienti per quanto riguarda i consumi elettrici", afferma Casella. (gc)