Economia
Emilia-Romagna, raccolta estiva a rischio
Gli stagionali assegnati sono assolutamente insufficienti
L'anno scorso è già successo che la frutta rimanesse sulle piante in Emilia-Romagna. E quest'anno? Stando a quanto riportano l'assessore regionale allo sviluppo economico Vincenzo Colla e il governatore Stefano Bonaccini il rischio rimane alto e il primo accusato di questo processo è il decreto flussi.
"Con questi numeri in Emilia-Romagna non apriranno gli alberghi e non si raccoglieranno i prodotti nei campi" ha commentato l'assessore regionale allo sviluppo economico Vincenzo Colla al Sole 24 Ore. L'assessore ha puntato il dito contro il numero dei lavoratori stagionali assegnati all'Emilia Romagna (1.537), assolutamente insufficiente al fabbisogno totale, considerato che "ci ritroviamo con lo stesso numero di persone assegnate al Friuli-Venezia Giulia, la metà del Veneto e un sesto della Campania".
Anche le associazioni di categoria concordano sull'esigenza di avere più manodopera considerato che "le quote assegnate colmerebbero circa un quinto del fabbisogno regionale".
Sulla questione è intervenuto anche il governatore dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, che per il 19 aprile ha convocato i 50 firmatari del "Patto per il lavoro e per il clima" chiedendo un censimento dei reali bisogni di manodopera stagionale.
"Il primo decreto flussi copre più o meno un terzo del nostro fabbisogno di stagionali - ha dichiarato al Sole 24 Ore - e la gelata nei campi dei giorni scorsi purtroppo ha ridotto le richieste di manodopera. Serve non solo un decreto bis ma anche procedure più snelle perchè finchè le Prefetture non sbloccano le singole pratiche, i lavoratori non possono arrivare ed essere assunti ma a inizio maggio inizia la raccolta di alcune colture. Già lo scorso anno ci siamo ritrovati con la frutta rimasta sugli alberi".