Dal campo
È crisi idrica: Sicilia a secco e si reclama lo stato di calamità
Quasi tutti gli invasi sono sotto il livello di guardia
Sono “i giorni della Merla” ma in Sicilia sembra di essere alle porte della primavera. Giornate soleggiate, pochissima pioggia e anche sulle alte quote dell'Etna la neve è solo un miraggio. Il risultato non può che essere il perdurare della siccità che da mesi flagella l’Isola. Come abbiamo raccontato su IFN - grazie all’intervento di Luigi Pasotti, dirigente dell’unità operativa SIAS Sicilia Orientale - il secondo semestre del 2023 si è chiuso con il bilancio peggiore dal 1921 a oggi e, con un quadro ancor più grave, in particolare tra le province di Enna e Caltanissetta (scarti fino a -96% sull'Ennese).
Gennaio è il quinto mese consecutivo che fa registrare precipitazioni inferiori alla norma del periodo, con un deficit di circa 200 millilitri di acqua. L’agricoltura sta pagando un prezzo altissimo in tutti i comparti: dagli agrumi agli ortaggi ma, adesso, si teme per i trapianti delle campagne estive.
Infatti, i volumi d'acqua negli invasi siciliani sono sotto il livello di guardia.
“Nel mese di gennaio, nonostante qualche pioggia, si è registrata una marcata differenza territoriale tra le aree costiere e le aree interne del Palermitano, del Nisseno, dell'Ennese e della piana di Catania", lo dichiara l'assessore regionale all'Agricoltura, Luca Sammartino.
"La fotografia complessiva è preoccupante, si passa da zone colpite da fenomeni di siccità estrema ad aree interessate da fenomeni di siccità severa. Una situazione che sta danneggiando i nostri agricoltori e allevatori, già gravati dalle conseguenze dei fenomeni atmosferici anomali che hanno colpito l'isola per tutto il 2023. A stretto giro chiederò al presidente della Regione, Renato Schifani, di dichiarare lo stato di calamità naturale per l'emergenza siccità. Un segnale concreto per il comparto agricolo e per i nostri agricoltori in difficoltà".
Fonte: Ansa